Tra i sette Paesi e i tre continenti esaminati nel Seven Countries Study (1958), uno studio comparativo di regimi alimentari, Ancel Keys elesse il Cilento a osservatorio privilegiato per analizzare la connessione tra il cibo, lo stile di vita e la curiosa concentrazione di centenari, tutt’ora esistente. Lì, nelle Terre della Dieta Mediterranea che lo accolsero per quarant’anni, avrebbe presto compreso che per star bene (Stay Well) bisogna mangiare bene (Eat Well): un obiettivo facilmente raggiungibile grazie al vivere mediterraneo (Mediterranean Way). Com’è chiaro non solo a chi ha letto il suo libro del 1975, How to Eat Well and Stay Well, the Mediterranean Way, ma a chi ha respirato l’aria di quel territorio, lo stile di vita mediterraneo ha un vero potere rigenerativo per l’uomo e per l’ecosistema.
Sembra un concetto astratto, ma non lo è. Perché oggi, osservando da vicino gli elementi che compongono quello che amiamo chiamare l’algoritmo della longevità, è evidente quanto mangiare bene e stare bene significhi anche prendersi cura della nostra Terra. Infatti, gli elementi che compongono l’algoritmo della longevità si manifestano concretamente nella coscienza ecologica collettiva maturata nei secoli in Cilento, in politiche di sviluppo urbanistico e rurale che mettono al centro la tutela delle risorse e la cura del paesaggio, in pratiche agricole rigenerative dalle origini millenarie, nella valorizzazione dei patrimoni artistico-culturali, in una gastronomia della sostenibilità (stagionale e circolare), della salute (equilibrata e biodiversa), dell’inclusione (multiculturale e accogliente) che ha varcato i confini nazionali, portando nel mondo le grandi icone del Made in Italy, pilastri della gastronomia Mediterranea. La concretezza di questo concetto si manifesta nell’opera quotidina di chi, come il Sindaco Stefano Pisani, a Pollica, ha preso ispirazione dallo stile di vita e patrimonio culturale “Dieta Mediterranea”, facendone un vero e proprio modello di sviluppo ecologico integrale.
È questo il Mediterranean Way: Eat Well, Stay Well, and Save the Planet!
Eat Well non significa solo nutrirsi di alimenti di qualità, porre attenzione a ciò che mangiamo, degustare lentamente, annusare, condividere, ma anche scoprirne la storia, le origini e i rituali; e se mangiando bene facciamo del bene al territorio, all’ambiente, alla società, all’economia, il cibo ci farà anche vivere meglio. Uno stile di vita sano e sostenibile come quello della Dieta Mediterranea – sintesi tra biodiversità, tutela e cura – crea una propagazione concentrica di benessere e di prosperità diffusa che investe tutto ciò che c’è dentro e fuori di noi.
Lo dimostrano i centenari – i veri custodi del Mediterranean Way – e lo nota chi, come Ancel Keys, studiando lo stile di vita radicato nelle Terre della Dieta Mediterranea, scopre che quasi per un processo fisiologico e spontaneo, emergono altri elementi che caratterizzano l’algoritmo della longevità: un mindset che dà valore al tempo, alla lentezza, all’attenzione e alla consapevolezza. Concetti che oggi si manifestano in un’unica pratica, la mindfulness. Come sottolinea lo studio di Patrizia Del Verme, pubblicato nel libro A lezione dai longevi, che indaga sulle molteplici cause dell’eccezionalità della longevità, i centenari cilentani hanno già «un atteggiamento Mindfulness» messo «in pratica spontaneamente», considerata la loro capacità di «essere presenti nel qui e ora e vivere con consapevolezza e accettazione ogni momento della vita».
Comprendendo in sé un insieme di fattori, la mindfulness è di facile pratica per i centenari ma di difficile definizione per noi: si tratta di un allenamento mentale per coltivare lo stato di consapevolezza nel quotidiano. È un concentrarsi sul presente, prendendo atto della propria situazione interiore e di ciò che ci circonda all’esterno, e focalizzare l’attenzione sulle singole sensazioni, sentimenti o pensieri, affinché nulla di ciò che accade intorno a noi crei reazioni o scosse eccessive.
Mindfulness, origini e scienza
Pur derivando dal pensiero buddista, la pratica fu diffusa in Occidente in campo medico: con Herbert Benson, un cardiologo che ha condotto studi negli anni ‘60, e soprattutto da Jon Kabat-Zin che, sviluppando nel 1979 la Mindfulness Based Stress Reduction, ha dimostrato l’efficacia della mindfulness nell’alleviare la sofferenza in particolari condizioni croniche o debilitanti.
La pratica ha però ben presto oltre valicato i confini dell’ambito medico per attrarre un numero crescente di persone, interessate alle interazioni tra mente e corpo e a un tramite supplementare di cura. Ciò ha fatto sì che negli ultimi quarant’anni diversi ricercatori abbiano provato a spiegare la mindfulness e i suoi risultati in termini biologici, dimostrando, di fatto, l’esistenza di molteplici benefici a livello sistemico. Certo, come evidenziato da ogni studio scientificamente fondato, ci vorranno diversi anni affinché ci sia un numero sufficiente di analisi e controlli attivi per confermare la validità dei benefici. Tuttavia, diverse autorevoli sperimentazioni già attestano che la mindfulness riduce l’ansia e la depressione, è utile alla gestione del dolore (persino quello cronico), favorisce il distacco dalle dipendenze, diminuisce l’insonnia. E – straordinariamente – crea benessere a livello sistemico, riducendo l’ipertensione e rafforzando il sistema immunitario.
Di per sé, la mindfulness è utile anche ai cuori sani. Tuttavia, come riporta uno studio basato su un ampio trial, i pazienti affetti da pre-ipertensione che hanno integrato il loro trattamento farmacologico a un corso di mindfulness hanno registrato riduzioni significativamente maggiori della pressione arteriosa sistolica e diastolica. In un’altra sperimentazione, si è dimostrato che i pazienti affetti da malattie cardiache, seguendo un programma di mindfulness, hanno registrato dei miglioramenti significativi nel test della camminata di sei minuti e una frequenza cardiaca più lenta rispetto a quella del gruppo non sottoposto al corso.
Di grandissimo interesse sono gli studi relativi alla risposta immunitaria.
In un noto articolo pubblicato su Psychosomatic Medicine, Richard A. Davidson e Jon Kabat-Zinn hanno dimostrato che coloro i quali avevano seguito un corso di mindfulness di otto settimane registravano un numero significativamente maggiore di anticorpi antinfluenzali rispetto ai loro coetanei che non meditavano, dopo aver ricevuto il vaccino antinfluenzale. Come poi dimostra un autorevole studio di David Cresswell e del suo gruppo di ricerca, la Mindfulness Based Stress Reduction migliora la funzione immunitaria persino nei pazienti affetti da HIV.
Oltre che autorevole, poiché pubblicato su una rivista come Annals of New York Academy of Sciences, è davvero notevole il lavoro di David S. Black e George M. Slavich, la prima revisione completa di studi randomizzati e controllati che esaminano gli effetti della mindfulness sui parametri del sistema immunitario, con un focus specifico su cinque risultati: proteine infiammatorie circolanti e stimolate; fattori di trascrizione cellulare ed espressione genica; conta delle cellule immunitarie; invecchiamento delle cellule immunitarie e risposta anticorpale. Nonostante i due autori marchino l’importanza di procedere con ulteriori approfondimenti, i risultati attestano i possibili effetti della mindfulness su specifici marcatori dell’infiammazione sistemica, dell’immunità cellulo-mediata e dell’invecchiamento biologico.
Mindfulness nel “Vivere Mediterraneo”
E’ scientificamente provato, la mindfulness, apporta benefici concreti, un effetto ampiamente amplificato se vissuta in un territorio come il Cilento, dove lo stile di vita ed il vivere mediterraneo, tra cibo, ritualità, tradizioni, convivi, natura e biofilia, diventano cura per il corpo, per la mente e (non solo fisiologicamente ma anche metaforicamente) per il cuore. Perché nelle Terre della Dieta Mediterranea e a Pollica la continua sollecitazione sensoriale richiede di mantenere viva l’attenzione verso il presente, di cogliere gli stimoli lenti ma frequenti offerti dalla natura, dagli incontri, e dall’accogliere l’inaspettato. La lentezza del territorio non è torpore: è un luogo privilegiato che consente a chi lo vive, con consapevolezza, di godere di dettagli che la velocità non concede.
Ma soprattutto – citando ancora Patrizia Del Verme – ci basterebbe «andare a lezione dai longevi»: utilizzare questo «atteggiamento», per loro spontaneo, «per prevenire e gestire lo stress» e «avere una prospettiva temporale equilibrata», focalizzandosi «sul passato positivo, ma anche sui pensieri positivi riguardanti il presente». Imparando dai centenari e aggiungendo un altro tassello a quell’algoritmo della longevità che sembra trovare naturale risoluzione in una Terra dove il benessere, nel qui e ora, è un’unica entità fatta di mente, corpo e cuore, il Future Food Institute ha colto l’importanza di dare spazio alla quarta dimensione della sostenibilità: quella interiore. Perché è tempo di educarci a stare bene integralmente, di prenderci cura di ciò che ci circonda, del nostro pensiero e della nostra coscienza, comprendendo che la guarigione del nostro pianeta parte da dentro di noi. Perché il cambiamento esterno ha sempre origine da quello interno.
«Visibilia ex invisibilibus» – come insegna il filosofo Elio D’Anna: perché il segreto assoluto della vita ci insegna che il visibile nasce dall’invisibile, ossia che tutto ciò che è visibile nel mondo esterno, tutto ciò che noi chiamiamo reale, tangibile, è in realtà «la proiezione esterna dei nostri stati interiori, dei nostri pensieri, dei nostri sogni e nel peggiore dei casi delle nostre ansie e delle nostre paure».
È per questo che al Paideia Campus – scuola e laboratorio sperimentale per la rigenerazione ecologica e per la formazione umana integrale – nato dal Future Food Institute in collaborazione con il Centro Studi Dieta Mediterranea del Comune di Pollica, la mindfulness da tre anni è oggetto di pratica e sperimentazione. Anche quest’anno, in collaborazione con il Dott. Rosario Esposito, psicologo, psicoterapeuta, esperto e insegnante certificato Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), una serie di incontri animano l’estate nei sabati di agosto, all’alba, alle 6 di mattina sul molo di Acciaroli, con 90 minuti di mindfulness per allenare corpo e mente a una nuova consapevolezza.
Dare spazio a simili iniziative è cura per noi e per l’ecosistema che ci accoglie; prendere consapevolezza su quali sono le nostre risorse e valori più essenziali è energia vitale e generazione naturale di bellezza. La fruizione slow, coscienziosa, e consapevole del territorio, diventa così un modo per nutrire noi (mente-corpo-cuore) e la nostra Terra.
Parlare di Terra e “Save the Planet” nell’estate più calda che il nostro Pianeta abbia mai registrato, mentre il 72% degli italiani è afflitto da eco-ansia (secondo l’Istituto Noto per Repubblica: il 79% dei giovani e il 65% tra gli adulti) può sembrare un pò azzardato, ma forse è anche il momento giusto per accogliere un nuovo mindset, prendendoci il tempo per allenarci a un nuovo approccio alla vita e a una diversa concezione di turismo o fruizione dei territori.
Il viaggiatore lento e attento lo sa. La velocità non lascia spazio allo stupore e alla sua potenza trasformativa, origine di ogni cambiamento profondo. La velocità smaterializza i ricordi, i luoghi e le esperienze; perché se non siamo capaci di contemplare non avremo mai la possibilità di ricordare. E la memoria è la nostra più grande occasione di prenderci cura del presente e di costruire il futuro. La mindfulness è un ulteriore ingrediente da aggiungere alla nostra ricetta del buon vivere, del “Vivere Mediterraneo”– dovunque, anche lontani dal Cilento.