Dieta Mediterranea e Cucina Italiana: patrimoni millenari, per la salute globale.
Celebriamo la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo da otto anni; da quel 2015 in cui la consapevolezza del mondo è cambiata. È cambiata grazie all’EXPO, che da Milano ha lanciato al mondo un motto forte e chiaro – “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita” –, aprendo la strada alla riflessione globale; grazie all’annuncio dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che ha creato uno spartiacque globale nella percezione degli impatti generati dal nostro stile di vita; con l’accordo di Parigi e la COP21, che accolto l’impegno del mondo nel contenere l’innalzamento delle temperature terrestri; e con l’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, che ha diffuso il concetto di ecologia integrale, spiegando al mondo che non possiamo “vivere sani in un mondo malato”.
Nel 2015, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, avvalendosi della rete di Ambasciate, Consolati, Istituti Italiani di Cultura e del supporto dell’ICE, ha dato vita a un’iniziativa, che io amo definire di “gastrodiplomazia”. Un’iniziativa che, diffondendo la cultura enogastronomica italiana nel mondo, sostiene la promozione del patrimonio enogatronomico, e trasmette anche un messaggio politico: la celebrazione dei nostri “living heritages”, dell’identità nazionale, e di un modello di sviluppo che promuove la salute, la cultura, l’inclusione e la sostenibilità.
La cucina italiana, frutto di un viaggio millenario, è un mosaico di valori, biodiversità, culture e tradizioni regionali. Ogni piatto è una storia, ogni ingrediente un ricordo di terre diverse. Dalla pasta al vino, ogni elemento è simbolo di un’eredità che si è evoluta con amore e rispetto per la natura. Questa cucina è un dialogo tra passato e presente, un equilibrio di semplicità e raffinatezza, un inno alla convivialità. Ma è anche frutto di politiche alimentari pionieristiche che, nei secoli, hanno reso l’Italia uno dei paesi più all’avanguardia sui temi della sicurezza alimentare, della lotta agli sprechi e nelle pratiche agricole sostenibili. Anche le Nazioni Unite hanno scelto l’Italia come quartier generale del “food”, della nutrizione e dell’agricoltura mondiale, con le sedi della FAO (Food and Agriculture Organization), del World Food Program e dell’IFAD (International Fund for Agricultural Development) a Roma. Quindi, forse, non è un caso che in questo humus, dalla visione e dalla tenacia di Carlo Petrini sia nato Slow Food: il movimento che promuove nel mondo il cibo “buono, giusto e pulito”; né può essere casuale che sia quella la stessa terra culla della Dieta Mediterranea e il luogo (Pioppi, Comune di Pollica in provincia di Salerno) scelto dagli scienziati Ancel Keys e Margaret Haney per codificarla e farla conoscere al mondo.
Connetto tutti questi puntini e penso che l’“Italian cuisine wasn’t built in a day“. E rifletto sul fatto che oggi celebriamo attraverso l’arte culinaria una storia più grande, un tesoro che è stato capace evolvere nel tempo nella sua semplicità, ma in profondità.
L’VIII edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, incentrata sul tema “A tavola con la cucina: il benessere con gusto”, mira a valorizzare la filiera agroalimentare e la tradizione enogastronomica italiana non solo come eccellenze di gusto, ma come stili di vita per il benessere globale. E la Dieta Mediterranea – di cui proprio in questi giorni celebriamo anche il tredicesimo anniversario della nomina tra i Patrimoni Immateriali dell’UNESCO – rappresenta appieno la sintesi di questo concetto.
Quest’anno, con il Comune di Pollica, Comunità Emblematica UNESCO della Dieta Mediterranea, noi del Future Food Institute siamo stati onorati di supportare il gruppo di lavoro guidato dal Ministero della Salute in una missione a Washington, dove, presso l’Ambasciata d’Italia, abbiamo dato il via alle nostre celebrazioni della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. Tre giorni dedicati alla promozione della Dieta Mediterranea, pilastro e simbolo distintivo della Cucina Italiana, proprio nell’anno in cui la nostra Cucina è candidata al riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’UNESCO, discutendo temi cruciali come sicurezza alimentare e sostenibilità.
Una conferenza che ha visto protagonisti Ugo Della Marta, Direttore Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione al Ministero della Salute; Marco Silano, Direttore del Reparto di Alimentazione, Nutrizione e Salute presso il Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria dell’Istituto Superiore di Sanità; Andrea Pezzana, Direttore della Struttura Complessa di Nutrizione Clinica della ASL Città di Torino e dell’Università di Torino e la sua squadra. Accolti dal Ministro Plenipotenziario, Alessandro Gonzales (Vice capo missione presso l’Ambasciata d’Italia a Washington) e Maria Fusco, Direttrice dell’Ufficio Scuola dell’Ambasciata d’Italia a Washington, abbiamo aperto i lavori della tre giorni, rimarcando il valore della Dieta Mediterranea, toccandone ogni dimensione supportata dalle evidenze scientifiche; fino ad arrivare al Dossier UNESCO, che l’ha riconosciuta a livello universale. Ma la missione non è stata solo finalizzata alla divulgazione scientifica: confronti, progetti, ed esperienze pratiche – con una degustazione di Olio Extravergine d’Oliva guidata da UNAPROL – hanno visto coinvolti oltre 200 ragazzi delle scuole superiori presso Casa Italiana a Washington, e l’America Italy Society a Philadelphia.
Lavorare con i giovani su questi temi è per noi al Future Food Institute e al Paideia Campus di Pollica un’opportunità quotidiana di studio e apprendimento. I ragazzi sono la cartina tornasole dello stato di salute della nostra società, e le loro domande e dubbi ci indicano i temi più urgenti su cui agire. Ogni volta che interagiamo con loro, in ogni parte del mondo, ci rendiamo conto dell’importanza di non limitarci alla promozione dei dati, ma di spiegare concetti come l’“ecologia integrale” o la “Dieta Mediterranea” e calarli nella loro quotidianità. Con la sfida “Eat Well, Stay Well, Save the Planet – The Algorithm of Longevity”, li abbiamo stimolati a riflettere su come potrebbero declinare la Dieta Mediterranea nella loro vita.
Siamo partiti dalla mensa scolastica; e sono emersi bisogni e idee su come migliorare la fruizione, l’esperienza e l’offerta. Abbiamo riflettuto su come coinvolgere docenti e studenti in un’azione collettiva di consapevolezza; su cosa manca e chi bisogna coinvolgere per poter agire sulla qualità del cibo che arriva sulle loro tavole. Ma ciò che mi ha maggiormente colpito è la loro voglia di autenticità e sicurezza e soprattutto la loro volontà di avere accesso a cibi sani. “Quando il costo di una mela è pari al costo di due hamburger, è difficile fare la scelta giusta”. Le loro riflessioni profonde meritano di essere valorizzate e condivise: da Washington a Roma devono indicarci la strada per intraprendere azioni urgenti.
In un contesto dove solo il 5% degli italiani segue fedelmente la Dieta Mediterranea, il rischio di perdere questa preziosa eredità culturale è elevatissimo. Noi, al fianco del Comune di Pollica, che rappresenta anche il Segretariato permanente del Network delle Comunità Emblematiche UNESCO della Dieta Mediterranea, ci stiamo adoperando affinché questa pratica venga tramandata alle future generazioni, consapevoli del suo ruolo cruciale nel migliorare la salute dei cittadini e dell’ambiente.
La Settimana della Cucina Italiana nel Mondo per molti è un potente strumento per promuovere il meglio del nostro Sistema Paese, ma noi siamo da sempre conviti che sia anche un contesto utile a diffondere in modo efficace il valore dei nostri patrimoni e il modello Dieta Mediterranea che, tra cultura, salute e sostenibilità, mira a garantire un futuro all’umanità.