Formule di apprendimento per cambiare rotta

Formazione: il modello della Future Food Academy

 

“Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo.
Lo puoi solo aiutare a scoprirla dentro di sé”.

Così si esprimeva Galileo Galilei, il padre della scienza moderna e l’ideatore del metodo scientifico. Oltre 400 anni dopo, questo principio è ancora valido.

Viviamo un’epoca storica in cui la formazione – a tutti i livelli – sta subendo dei radicali cambiamenti. Un’epoca in cui gli Enti di formazione sono stati improvvisamente costretti ad accelerare i processi di digitalizzazione in modi non sempre incisivi ed efficaci. Riportare lezioni frontali, settorializzate per materia ed iper-specializzate sui canali digitali è un azzardo che mette a rischio l’efficacia del trasferimento della conoscenza, se non sorrette da un parallelo approccio sistemico e visione multidimensionale.

Sviluppare modelli innovativi di apprendimento basati sull’esperienza pratica e sull’apprendimento continuo rappresentano così un’urgenza innescata dalle sfide globali che la nostra società è chiamata a fronteggiare e risolvere. Formare i leader di domani significa allora aiutarli a scoprire le complessità attuali e a decodificarle; significa ripartire dai valori umani universali che valorizzino la stretta interconnessione dell’insieme; significa riportare l’accento sulle esigenze essenziali: formare alla collaborazione, alla fiducia, alla reciprocità e al rispetto per co-progettare, imparare dagli altri e con gli altri e attingere alla saggezza suprema di Madre Terra. Semi di cambiamento necessari per poter condurre la nostra società verso una direzione di prosperità. 

Con queste premesse e per queste ragioni, l’Academy del Future Food Intitute e la FAO E-Learning Academy hanno insieme dato vita ad un’esperienza di apprendimento inedita: il Digital Boot Camp. Un programma finalizzato a promuovere il potere curativo e rigenerativo del cibo, mediante il digitale che diventa lo strumento di connessione di una classe globale, l’elemento abilitante per la narrazione di esperienze reali. Si è trattato di un esperimento post-Covid che ci ha permesso di formare una classe di “Climate Shapers”, allenati a vedere ricchezza ed opportunità di sviluppo nella diversità. Un programma  multi-generazionale, multi-culturale e glo-cale, che ha messo al centro i partecipanti, le loro community e ha stimolato una nuova forma di co-progettazione: la co-opetition. Componenti chiave per formare cittadini attivi e soprattutto reali agenti di un cambiamento che non ci possiamo più permettere di procrastinare. 

Quali sono i principali ingredienti del Digital Boot Camp 2020?

  • Conoscenza

Solo una conoscenza approfondita del problema, ne permette una sua soluzione. Così, partendo dalle quattro principali aree in cui è necessario intervenire per una profonda rigenerazione dei sistemi agroalimentari (Climate Smart Cities; Climate Smart Farms; Climate Smart Oceans e Regenerative Kitchen), i partecipanti hanno potuto approfondire le criticità e sfide attuali, grazie all’offerta “on demand” di video-lezioni con esperti del settore, avendo accesso alla pluralità di corsi offerti dall FAO E-Learning Academy, ma anche grazie dalla ricca serie di conversazioni e dibattiti in diretta con le più grandi organizzazioni pubbliche e private specializzate nelle tematiche del Boot Camp. Il formato delle tradizionali lezioni frontali, in cui l’informazione viene veicolata da un soggetto (insegnante/esperto) all’altro (allievo) viene così ribaltata per agevolare un processo di mutuale confronto e stimolo.

  • Scoperta

Nella doppia forma di missioni internazionali e scoperte locali, i Bootcampers sono stati condotti nell’esplorazione di diverse forme di innovazione che partissero dal cibo, dalla sua produzione o commercializzazione. Abbiamo chiesto ai partecipanti di aprire alla classe virtuale le loro comunità locali, di andare a conoscere i loro “local hero” e di condividere esempi, best practices i food heroes. In questo viaggio globale, abbiamo così conosciuto contadini virtuosi, innovatori, attivisti, cuochi geniali, scienziati che fuori dai riflettori, in varie parti del Pianeta, eroi nelle loro comunità locali e, da oggi, grande fonte di ispirazione per la comunità globale. 

  • Riflessione

Non è possibile rafforzare la connessione, alimentare la curiosità, stimolare il coraggio, senza una presenza costante e reale, nel qui ed ora. per questo motivo, ogni settimana i Bootcampers sono stati coinvolti in attività di riflessione e meditazione, apprezzando quanto la riflessione sia importante nel processo di apprendimento e cambiamento. Riflettere, permette di scoprire di più su noi stessi e su come impariamo, e, focalizzando, ci aiuta anche a migliorare tutte le competenze acquisite negli studi.
Prendersi il tempo per riflettere, per meditare, per respirare e decelerare dai ritmi frenetici della società attuale, è necessario per riconnetterci con noi stessi, con il nostro corpo e con i nostri pensieri, oltre che a ristabilire il nostro rapporto in armonia con l’ecosistema che ci accoglie.

  • Esperienza

Emozione, stupore, incertezza. La condivisione di esperienze, anche pratiche, ha consentito ai partecipanti di affrontare situazioni di insolite, sviluppando comportamenti adattivi, allenandosi alla gestione dell’imprevisto, sviluppando abilità di problem solving, stimolando la creatività, acquisendo autoconsapevolezza e comportamenti costruttivi. L’esperienza così è diventata conoscenza costituendo un nuovo punto di partenza di ulteriori personali evoluzioni.
Quale laboratorio migliore se non la cucina, il “fab lab” per eccellenza!
Il Digital Bootcamp, ha proposto un formato digitale ibridato dalla condivisione di esperienze reali e concrete.
Un aspetto che stimola un apprendimento “by doing” – facendo, mediante esperienze in cucina, “hands on”, elemento catalizzante di conversazioni consapevoli legate agli impatti del cibo, ai rituali, alla cultura, all’identità. Il cibo è reale, è relazione e vivere questa dimensione attraverso l’esperienza rappresenta uno strumento molto potente.

  • Azione

Fin dalla prima settimana la classe è stata esposta a modelli di prototipazione, stimolata in processi di co-design, fino a raggiungere l’evento finale: un digital food hackathon, in cui trasformare idee innovative in progetti da implementare in concreto, con spirito imprenditoriale. Un approccio orientato al fare, che li ha sfidati ad uscire dalla loro zona di comfort per applicare gli strumenti imparati, molti dei quali afferenti ad un approccio basato sul “prosperity thinking”.  Tenere conto dei bisogni non solo dell’uomo ma dell’intero ecosistema è oramai una delle più evidenti lezioni imparate dall’attuale emergenza climatica. 

Il Digital Boot Camp appena terminato ha formato 50 “Climate Shapers” provenienti da Afghanistan, Belgio, Brasile, Canada, Costa Rica, Cipro, Ecuador, Finlandia, Germania, Hong Kong, Ungheria, India, Indonesia, Irlanda, Italia, Libano, Saudi Arabia, Sudafrica, Spagna, Togo, Stati Uniti e Zimbabwe. Collegati e in aula studenti dai 14 ai 70 anni, ricercatori, manager di impresa, studenti, agricoltori, chef, scienziati, attivisti ed educatori. Un mese di lavoro dove, nella cornice dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, i partecipanti sono stati coinvolti in lezioni e dibattiti con esperti, missioni e food experience condivise e create coinvolgendo e valorizzando le loro comunità di appartenenza; segnando una vera innovazione nei modelli di apprendimento continuo. Perchè chiunque può essere un potente “produttore di cambiamento”.

 

Food & Climate Shapers Boot Camp – Leaning Journal