Nella suggestiva cornice dell’Ex Monastero dei Benedettini, oggi sede dell’Università di Catania; mondo accademico, ricerca, politica, ma soprattutto makers, giovani digitali e imprenditori agricoli si sono incontrati per la prima edizione di AgroGeneration. L’incontro tra la saggezza radicata nella storia e nell’antichità della tradizione, le opportunità che la tecnologia è in grado di offrire al futuro dell’agricoltura in continua evoluzione, e il Mediterraneo come punto d’incontro tra popoli e culture ci hanno riportato a quella positiva energia che solo Expo ha saputo generare.
Emozione, gratitudine ed orgoglio all’idea di essere stati parte di questo lungo viaggio partito in Expo, una maratona che deve proseguire e che, come la fiamma olimpica, deve disseminare messaggi ed attivare comunità; una maratona che ha fatto base per cinque giorni in Sicilia.
Una tappa importante. Agrogeneration è stato un laboratorio, un foro di confronti e dibattiti all’insegna dell’innovazione nella filiera agroalimentare e della politiche agricole: ragionando più in grande si può dire sia stato un’agorà di discussione sul futuro dell’Italia come leader nel settore, un ruolo che è chiamata a rivestire dalla sua storia, dalla sua posizione privilegiata nel bacino mediterraneo e dal potenziale espresso dei suoi food e agro entrepreneurs e delle tecnologie che ingegneri, makers e sviluppatori stanno creando per questo mercato. Un evento internazionale, voluto dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) con il patrocinio del Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali e in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania. Un importante momento di riflessione, un modo concreto per valorizzare e attualizzare il patrimonio che EXPO ha lasciato all’Italia e al mondo.
Tutto è iniziato, scaldando i motori il 18 luglio, nella Cittadella Universitaria Sportiva dell’Università degli Studi Messina con Feeding Fair: Agrogeneration Hack Food. Un hackathon finalizzato a trovare soluzioni innovative a sfide sulla produzione agricola e la nutrizione; ideato dal Future Food, arricchito dalle esperienze di Rural Hub e dalla frizzante community di Vazapp. Una maratona di progettazione creativa di soluzioni a problemi dell’agroalimentare che si è inserita all’interno della Food Innovation Summer School Mediterraneo, che dal 4 luglio ha portato in Sicilia studenti provenienti da 15 diversi Paesi (Colombia, Canada, Stati Uniti, Olanda, Regno Unito, Portogallo, Germania, Romania, Lituania, Algeria, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi, e Italia). Studiando il territorio, evidenziandone valori ed opportunità, sono state identificate tre grandi sfide per ispirare i partecipanti al laboratorio. La prima, Hacking Food System, partita dal motto “l’arancia è la nuova plastica”, per cercare di portare innovazione e nuove soluzioni per affrontare lo spreco di cibo e valorizzare gli scarti della lavorazione del frutto per la produzione di oggetti. Il secondo tema scelto è Social Media & Farming, come dare una nuova voce agli imprenditori agricoli attraverso i social media e la tecnologia. Infine, la terza e ultima sfida, Nice Can Be Good, dedicata al settore florovivaistico: come gli alberi da frutta ornamentali possano trasformarsi in una vera e propria fonte di cibo. Ad aiutare i food hackers a sviluppare i propri progetti personaggi di eccellenza nel mondo del food rappresentati del mondo accademico ed industriale.
Poi dal 21 luglio a Catania un fitto calendario di incontri per parlare di “AGROCOOLTURE”; il mondo scientifico, politico, le community, associazioni di categoria, acceleratori ed incubatori d’impresa; storie di successo e best practices da condividere; generazioni a confronto. Sei le conferenze: ricerca, agricoltura digitale e biotecnologie; “(Ri)abilitare la terra” con pratiche e politiche Strumenti, incentivi, finanziamenti, triggers per sostenere il ritorno alla terra; “allevare il cambiamento” e il ruolo strategico di chi sostiene chi produce innovazione che va misurato in termini di impatto prodotto; sostenibilità, biologico, spreco e diritto al cibo; ed in fine “Right to (good) food” dove si è parlato del cibo come driver di politiche e di politica, diplomazia agricola nel bacino del mediterraneo, e autodeterminazione alimentare delle esperienze ‘dal basso’.
A seguire nove tavoli di lavoro tematici e titolati: nove lati del dado generazionale per nove facce della stessa generazione: Generazione Europa, Generazione in Rete, Generazione Fame Zero, Generazione Frodi Zero, Generazione DOP, Generazione 3.0, Generazione EXPO, Generazione Spreco Zero, Generazione Mediterranea. In ogni tavolo un esperto moderava il dibattito e accompagnava le discussioni offrendo un punto di vista eccellente su questioni come lavoro, occupazione e “occupabilità”, sostenibilità ambientale.
Accanto a questi tavoli di discussione è stata allestita un’area interamente dedicata a Food Makers e Fab Lab. Botteghe, laboratori di creatività, palestre per inventori che tra le tecnologie e nuove competenze digitali stanno animando la “Terza Rivoluzione industriale”. I ragazzi di Google Developers Group Catania si sono cimentati in un workshop di due giorni in cui hanno creato completamente da zero una applicazione a base cloud per ottimizzare la produttività agricola che può essere potenzialmente utilizzata per trebbiatrici a guida automatica, tracciamento della crescita e analisi territoriali. Hackspace Catania è riuscito a costruire in pochissimo tempo un essiccatore per frutta e verdura utilizzando solo materiale di recupero. Il Fablab Catania è stato presente con un consorzio di aziende che si occupano di food e ha realizzato etichette personalizzate senza sprechi. Rural Hub, il primo hackerspace italiano che mette in connessione persone, idee, tecnologie e progetti dell’innovazione sociale applicata alla ruralità ha guidato il suo RuralHack: un evento che racchiude aspetti culturali e tecnologici del rapporto tra Open Hardware e Agricoltura. L’obiettivo è facilitare l’accesso alle tecnologie d’avanguardia a costi contenuti, per consentire agli agricoltori, e non solo, di creare infrastrutture e prodotti (come piattaforme e centraline per controllare livelli di umidità di terra, aria, temperatura e luce) acquisendo competenze per diventare makers autonomi e generare valore collettivo. Nel corso dello showcase alcune tra le più interessanti realtà nel mondo AG-Tech hanno avuto l’occasione di presentarsi a imprenditori, ricercatori e stampa in un momento di contaminazione e diffusione di conoscenze unico nel suo genere.
Ed ancora, una selezione di startup, progetti e prototipi protagonisti di un vero e proprio showcase per questa AgroGeneration. Tra questi: PerFrutto, strumento creato da HK Horticultural per la previsione delle performance produttive dei frutteti che parametrando la velocità di crescita ed altri indicatori permette di prevedere le dimensioni finali alla raccolta; Funghi Espresso, creatori di un kit che dagli scarti del caffè danno la possibilità di far crescere fughi edibili a casa propria; SmartIsland, società di Agro-analisi che sviluppa soluzioni cloud integrati con sensori e robot di intelligenza artificiale capaci di controllare la gestione delle risorse aziendali (con particolare attenzione alla salute della coltivazione e alla tracciabilità del prodotto; Heli-Lab, startup attiva nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative tramite l’utilizzo dei droni in settori eterogenei che vanno dall’agricoltura di precisione all’uso industriale per ispezioni e edilizia, alla protezione civile e cinematografia; Geologis, che con i suoi droni supporta diverse tipologie di sensori mirati, per analizzare dati grazie a un Centro di Elaborazione Dati; MEG, una serra automatizzata coperta, connessa a Internet e open source; The Algae Factory, startup che per realizzare diversi prodotti, tra cui le barrette di cioccolato, utilizza la spirulina, una micro-alga con un alto contenuto proteico, ricca di vitamine, minerali, aminoacidi essenziali e Omega 3 e 6 che viene considerata un super food per il suo profilo nutrizionale completo, tanto che la Fao l’ha definita «un potente ingrediente per combattere la fame nel mondo»; Squisilia, progetto che avvalendosi dell’esperienza dello chef Marcello Santocchini realizza prodotti come sughi, condimenti, pesti e salse tutte con il sapore della Sicilia grazie all’uso di prodotti tipici; DH Labs, una azienda controllata da Dog Hunter recentemente costituita a Messina come centro di ricerca e sviluppo dei prodotti Linino in Europa con lo scopo di sviluppare il software di gestione per sensori programmabili; Kanesis, che stampa in 3D utilizzando un filamento in canapa; Agromobile, che raccoglie le migliori esperienze per far conoscere da vicino ogni territorio, mestiere e artigianalità; Horta, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che fornisce servizi altamente qualificati, sia a livello nazionale che internazionale, nel campo delle produzioni vegetali al fine di aumentare la competitività delle imprese agricole e agroalimentari. Tra progetti ha implementato grano.net: strumento web interattivo per la valorizzazione delle produzioni di frumento duro e tenero; Dr. Jack, con cui memorizzare tutte le informazioni sullo stato di salute, eventuali allergie, patologie, gruppo sanguigno, interventi subiti, i numeri di emergenza (ICE) e portarli sempre con sè; Soonapse, che offre consulenza utilizzando l’approccio delle Data-Driven-Decisions, analizzando i dati e le informazioni per inquadrare il problema e proporre soluzioni ‘’alla velocità del Internet-of-Things’’, cioè adattabili ai cambiamenti del tempo e delle condizioni: un esempio può essere l’irrigazione controllata tramite sensori di umidità, i feedback verranno utilizzati per ottimizzare la quantità di acqua impiegata con condizioni meteorologiche differenti; Chromaleont, società nata come spin-off dell’Università di Messina che offre soluzioni per lo sviluppo di strumentazione analitica e software dedicati all’analisi chimica, con particolare attenzione per la cromatografia: tra i progetti sviluppati iKnife, uno strumento di analisi molecolare che oltre alla sua implementazione nel biomedicale può essere applicato per l’analisi e la certificazione alimentare su prodotti DOC o DOP; SAVE, che si occupa di tecnologie e modelli operativi per la riduzione di scarti alimentari e la valorizzazione della frazione commestibile el rifiuto solido urbano. Presente anche il mondo bancario locale con Credito Siciliano che ha sottolineato il suo impegno a sostegno dei giovani e dell’innovazione, così come in mondo industriale con New Holland e STMicroelectronics, che hanno presentato tecnologie all’avanguardia per l’agricoltura.
All’interno di Agrogeneration, poi, è stato organizzato un evento tutto particolare: un Med Talk, con personaggi nazionali e internazionali venuti a raccontare il mondo del cibo nella culla del Mediterraneo. Un format ispirato ai noti TedTalk, diffuso in streaming. Una rassegna di storie di “food heroes” del mediterraneo che meritavano di essere conosciute, aperte dal noto Food Hacker e Story Teller Nick Difino. Una rassegna di storie di coraggio ed innovazione “from Farm to Fork”. ”Investire nell’agricoltura non significa guardare al passato, ma piuttosto interpretare il futuro con nuovi strumenti. Lasciando poi spazio a chi, grazie al mondo food, e dell’agricoltura sostenibile, è riuscita a creare una community mondiale di collaborazione e diffusione del sapere” ha detto nel suo keynote Danielle Nierenberg, la carismatica presidente di Food Tank, pensatoio dedicato al food con sede a Washington DC, intervenendo ad Agrogeneration. Gli speakers che sono intervenuti provengono dagli ambiti più diversi: dalle cucine, come Semi Hakim, uno chef impegnato nella valorizzazione della cultura del cibo nel suo paese, la Turchia, e che vede l’immigrazione come uno degli ingredienti più preziosi della storia della cucina mediterranea. Il melting pot di culture, sapori, persone, storie, ha creato nei secoli un clima unico in cui il cibo è protagonista. Oppure dal mondo della ricerca come Matteo Vignoli, docente presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e direttore accademico del Food Innovation Program. Un background formato dalla collisione dell’innovazione vissuta all’università di Standford, con la tradizione della cultura italiana dell’ateneo più antico: Bologna. Un altro progetto che ha fatto del Mediterraneo il centro dei suoi studi è l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (IAMB). Da questo luogo di cultura e tradizione arrivano Adel Aly dall’Egitto e Yassine Laarif dal Marocco, entrambi hanno incentrato i loro studi sul water research managment. E poi chi viene dal mondo dei “food entrepeneurship” come Pierluigi Santoro, imprenditore seriale, e globetrotter partito dagli ulivi della sua Puglia, per arrivare fino ad Amsterdam dove ha fondato The Algae Factory, per poi tornare nuovamente in Italia nelle campagne emiliane dove ha contribuito a creare Future Farm, un luogo dove sviluppare le prossime vie dell’agricoltura; Giuseppe Savino, grande comunicatore, ideatore di Vazapp, il primo hub rurale in Puglia pensato per accogliere giovani che vogliono innovare i mondi dell’agricoltura e del turismo; Carlo Maria Recchia, il giovanissimo imprenditore che riscoprendo un cereale quasi dimenticato, il Mais Corvino, è riuscito a fare dell’agricoltura il focus di un business che è partito proprio dalle produzioni locali dimenticate; ed in fine Alex Giordano founder di RuralHub che ha sottolineato la potenza di questa grande community condividendo anche alcuni dati in real time, forniti dal team di Social Reporter, sull’onda mediatica generata dal Trend Topic #Agrogeneration con ben 24 milioni di twitter impression e 16.000 utenti connessi in streaming a seguire il MedTalk.
A concludere questa settimana di lavori una cerimonia condotta dal Digital Champion Riccardo Luna, che oltre a condividere i risultati dell’hackathon ha voluto proiettarci oltre l’orizzonte grazie agli interventi di due italiani famosi nel nostro paese, all’estero, e anche oltre. Il primo tra i due a prendere la parola è stato Luca Mercalli, meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico che negli anni della sua carriera ha sempre portato all’attenzione del grande e piccolo pubblico l’importanza delle conseguenze del cambiamento climatico e di come il pericoloso aumento dell’inquinamento in poche decine di anni potrebbe causare al pianeta conseguenze disastrose. Aumento del livello delle acque, così come quello delle temperature, avrebbero impatti enormemente negativi sull’ecosistema naturale che sostiene e rende possibile l’agricoltura nel nostro paese e nel resto del mondo. Il secondo personaggio ha portato l’eccellenza italiana, con passione e professionalità oltre i confini della terra, in mezzo allo spazio. Luca Parmitano, astronauta italiano e sopratutto siciliano, ha raccontato ad Agrogeneration come i sapori della sua terra sono arrivati anche nella Stazione Spaziale Internazionale grazie alla collaborazione con Argotec, e di come le incredibili tecnologie permettono oggi di fare analisi specializzate che monitorano continuamente la salute del pianeta.
Tra gli ospiti anche Enzo Bianco, sindaco di Catania, che si è detto orgoglioso della possibilità di vedere la sua città confrontarsi con il resto del mondo agricolo, perchè “Con AgroGeneration abbiamo seminato a Catania. I nostri giovani sapranno raccogliere i frutti”.
Nella cerimonia di chiusura il Ministro Maurizio Martina ha definito Agrogeneration come un appuntamento annuale, un laboratorio stabile di monitoraggio, valutazione e confronto su tutta la frontiera dell’innovazione agroalimentare e palestra di ricognizione per poter allineare il modello agricolo italiano, la sfida generazionale e gli investimenti in innovazione. Ha concluso il suo discorso dandoci appuntamento all’anno prossimo e sottolineando una grande verità: queste esperienze non possono essere momenti isolati o eventi spot, è fondamentale costruire una rete capace di guardare ai nostri obiettivi insieme con tenacia. L’obiettivo che dobbiamo darci è fare dell’Italia un laboratorio d’eccellenza per l’agricoltura di precisione per tenere insieme competitività e sostenibilità, veri e propri pilastri filosofici su cui si sono fondati i tavoli di lavoro di Catania. Agrogeneration è stata un’importante palestra di cittadinanza e di Politica, con la “P” maiuscola voluta, non è un refuso: comprendere che attraverso l’esperienza agroalimentare italiana troviamo una prospettiva nuova per il nostro paese è fondamentale per poter capire che si parte anche e sopratutto da qui, per ricostruire la nostra Italia. La cooperazione agricola è cooperazione geopolitica, avere un mercato comune significa comunicare, costruire ponti, costruire una società europea che si ricordi delle proprie radici di patria agricola e tecnologica. Partecipare ad Agrogeeneration ha significato seminare tutti insieme il rilancio del nostro paese, un rilancio a tutto tondo che parte dal fienile e arriva alla forchetta. “Non solo nuova agricoltura, stiamo facendo nuova società”.
Un personale e sentito ringraziamento a tutti i community partners che hanno partecipato con grande passione alla missione #AGROGENERATION: Rural Hub, AgroNotizie, Vazapp, Food Tank, Food+Tech Connect, Future Food .