2025: Tra memoria e Responsabilità, il Futuro si Costruisce a Scuola e con i Territori

In un’epoca segnata da crisi climatiche, sociali, economiche ed energetiche, il 2025 deve rappresentare un momento di svolta obbligato. Non possiamo più permetterci esitazioni: ne va della salute dell’umanità e della sopravvivenza del nostro pianeta.

Segna dieci anni dall’Accordo di Parigi, il patto che ha posto l’umanità di fronte alla sua più grande sfida: il cambiamento climatico. Ricorda i dieci anni dalla Laudato Si’, l’enciclica di Papa Francesco che ci ha chiamati a un’ecologia integrale, e la stessa distanza dall’annuncio degli SDGs, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Ma per noi, il 2025 ha un valore ancora più profondo: celebreremo i 15 anni della Dieta Mediterranea come Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, un modello di sviluppo che, andando oltre il cibo, diventa un paradigma di equilibrio tra uomo, natura e cultura. Un equilibrio che oggi più che mai rappresenta una risposta concreta alle grandi sfide planetarie, dalla crisi climatica alla perdita di biodiversità, dall’insicurezza alimentare al benessere delle comunità, dimostrando che un approccio rigenerativo e sistemico è l’unica via per un futuro sostenibile.

Oggi più che mai, questi anniversari non sono semplici celebrazioni, ma un richiamo alla responsabilità collettiva. Perché il tempo delle promesse è scaduto. È il momento di passare dalle intenzioni all’azione.

Da Didacta, un monito al Futuro e una nuova Coalizione

A Didacta, il più importante evento italiano dedicato alla scuola e alla formazione, abbiamo voluto accendere i riflettori su questa urgenza, chiamando a raccolta esploratori del limite, innovatori e giovani leader.
Voci che ci insegnano che il cambiamento non è un processo passivo e che il futuro non si aspetta, si costruisce.

In questo contesto, abbiamo lanciato THE CIRCLE, una coalizione di territori marginali ad alto potenziale e scuole, con l’obiettivo di valorizzare comunità resilienti, ripensare il rapporto tra educazione e sostenibilità e generare un impatto concreto sulle nuove generazioni.

Tra gli interventi più potenti, quello di Alex Bellini ha scosso le coscienze con una verità ineludibile: il cambiamento climatico non è più una minaccia futura, è già qui, e la nostra incapacità di assumerci responsabilità sta aggravando la crisi.

“Viaggiando nei luoghi più estremi della Terra, porto a casa il peso delle persone che incontro, il peso dei luoghi sottoposti a stress. E capisco che il nostro compito non è solo raccontare queste storie, ma cambiare la narrazione per cambiare la realtà.”

Responsabilità: un peso o una scelta?

La parola responsabilità affonda le sue radici nel latino responsum, che significa rispondere, dare conto di qualcosa. In essa convivono due significati: da un lato la capacità di rispondere alle conseguenze delle proprie azioni, dall’altro l’impegno di farsi carico di ciò che accade attorno a noi.

Bellini ha raccontato il suo viaggio lungo i fiumi più inquinati del pianeta, osservando come la plastica si trasformi in un nemico invisibile e pervasivo, insinuandosi nella catena alimentare e nella nostra stessa esistenza. Ha demolito il mito della “grande isola di plastica”, rivelando che si tratta in realtà di una distesa sconfinata di microplastiche, una “zuppa tossica” che avvelena gli ecosistemi e, di conseguenza, noi stessi.

Ma il suo messaggio più forte è stato un monito sulla deresponsabilizzazione collettiva, espresso attraverso una potente metafora:

“Ero sul Gange e vidi un vitello morto trascinato dalla corrente. Chiesi a un pescatore perché nessuno lo portasse a riva per smaltirlo, e lui mi rispose: ‘Il fiume è lungo, qualcuno più a sud se ne occuperà.’”

Un’immagine brutale, ma reale. Il vero problema non è solo l’inquinamento, lo scioglimento dei ghiacciai o l’aumento delle temperature. Il vero problema è credere che qualcun altro si occuperà di risolverlo.

Oggi più che mai, serve coraggio. Il coraggio di prendere in mano il nostro destino, di guardare il problema in faccia e di agire, senza aspettare che lo faccia qualcun altro.

Il Coraggio di non voltarsi dall’altra parte

Anche il concetto di coraggio affonda le sue radici nel passato. Deriva dal latino cor, che significa cuore. E non è un caso.
Avere coraggio significa agire con il cuore, nonostante la paura. Significa esporsi, scegliere, essere scomodi, perché chi agisce rompe l’equilibrio dell’inerzia e obbliga gli altri a fare i conti con la realtà.

“Il coraggio non è assenza di paura, ma la volontà di affrontarla.”

Alex Bellini ci ha ricordato che la responsabilità e il coraggio sono due facce della stessa medaglia: la responsabilità è riconoscere il proprio ruolo nella crisi e il coraggio è trasformare quella consapevolezza in azione.

Oggi siamo di fronte a un bivio: possiamo continuare a fingere che il fiume sia lungo e che qualcuno più a sud si occuperà del problema, oppure possiamo fermarci, prendere il vitello per le corna e portarlo a riva.

Il momento di agire è adesso

A Didacta abbiamo dimostrato che il cambiamento parte dall’educazione, dalla creazione di nuove alleanze, dalla valorizzazione delle comunità che ogni giorno resistono, innovano e costruiscono alternative sostenibili.

Oggi più che mai, dobbiamo prendere in mano il destino del pianeta.

“Diventare testimoni non basta, dobbiamo essere attori del cambiamento.”

Il 2025 sarà un anno di celebrazioni. Ma non basta ricordare, dobbiamo agire.
Noi abbiamo scelto di farlo.
E tu?