Europa. Resilienza, Ripresa, Riforme e Rigenerazione.

DALL’EUROPA ALL’ITALIA METTENDO AL CENTRO IL MEDITERRANEO ED IL CIBO

“Non abbiamo ancora tutte le risposte. Oggi è l’inizio di un viaggio. Questo è il momento dell'”uomo sulla luna” dell’Europa” –  Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea.

Queste sono state le parole inaugurali della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen all’alba del Green Deal Europeo, la visione e chiamata all’azione di Unione Europea pronta a trasformarsi per diventare il primo continente carbon neutral entro il 2050,  promuovendo una crescita economica sostenibile, giusta, equa ed inclusiva.

Un piano complesso, ambizioso ed integrato, che si delinea in azioni e strategie regionali in materia di clima, energia, trasporti, agricoltura, turismo, ambiente, digitale, finanza, città ma che inevitabilmente confluiscono nel modo in cui viviamo, produciamo e consumiamo il cibo.

Strategie europee per un futuro sostenibile: nutrire la società globale a 360 gradi

Diversi sono stati i fattori che, soprattutto in questi ultimi due anni, hanno riportato l’Italia, l’Europa ed il mondo intero a (ri)considerare il ruolo centrale del cibo, elemento ed alimento centrale per riuscire a rigenerare il tessuto economico, sociale, ambientale ed economico da modelli insostenibili.

Il Food System Summit delle Nazioni Unite dell’anno scorso ha sicuramente riportato il cibo alla sua dimensione sistemica, un eco rafforzato dalle disfunzioni dell’intera filiera agroalimentare globale, colpita duramente dalla pandemia prima, dalla crisi ambientale e climatica poi e dalla guerra in Ucraina ora.

Gli ultimi due rapporti del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, che nel delineare impatti, vulnerabilità e strategie di mitigazione ha finalmente ridato valore al potenziale di pratiche e principi agroecologici, giustificando così il bisogno di rendere il cibo centrale dell’agenda della prossima COP27 sul clima.

L’Italia, che quest’anno è alla guida del Network UNESCO delle Comunità Emblematiche della Dieta Mediterranea, lo sa e l’ecosistema si sta attivando.

In tutto ciò, anche le diverse strategie delineate dall’Unione Europea hanno posto, direttamente o indirettamente, il cibo come perno di azione.

  • Dal Campo alla Tavola: promuovere un sistema alimentare sostenibile

La Strategia Farm to Fork è tra le strategie di implementazione del Green Deal Europeo che ha riscosso maggiore plauso e risonanza per la capacità di abbracciare l’intero sistema alimentare, dalla produzione, alla trasformazione, consumo e prevenzione di sprechi. Assicurando una maggiore tutela della qualità idrica, mediante la riduzione di pesticidi chimici e i pesticidi pericolosi, tutelando la qualità dei suoli, preservando il benessere animale.

  • Strategia per la Biodiversità

Invertire lo stato di degrado attuale degli ecosistemi e ripristinare, incrementare e valorizzare lo stato della biodiversità europea, veri obiettivi della Strategia per la Biodiversità 2030, hanno inevitabili effetti positivi sulla creazione di sistemi agroalimentari resilienti. Lo dimostra l’obiettivo di rivedere i permessi di estrazione dell’acqua, per evitare eccessive estrazioni idriche, ma anche l’ambizione di creare una più ampia rete di aree protette terrestri e marine per assicurare il perfetto funzionamento dei servizi ecosistemici. L’accesso al cibo e la sicurezza alimentare passa attraverso lo stato di salute dei nostri mari, suoli, foreste.

  • REPowerEU: autosufficienza ed energia rinnovabile

La guerra in Ucraina ha portato con sé profonde disfunzioni del sistema agro-alimentare globale. La questione energetica, centrale nell’approvvigionamento, produzione e distribuzione di cibo, è stata espressamente oggetto della Strategia REPowerEU, volta non solo ad eliminare gradualmente la dipendenza europea dai combustibili fossili russi, ma diversificando le forniture di gas, potenziando produzione e importazioni di biometano e idrogeno rinnovabile, investendo maggiormente in fonti di energia rinnovabile, inclusa quella eolica e solare.

  • Una New EU Bauhaus, per riportare bellezza e cura nelle città

Bello, sostenibile, insieme: questo è il motto alla base dell’Iniziativa europea New Bauhaus, per abbracciare forme di bellezza intrise di arte e cultura, per promuovere armonia con la natura, per incoraggiare un dialogo tra culture, discipline, generi ed età.

Con il cibo che rappresenta la prima forma di amore e cura, una lingua internazionale capace di unire culture nella loro diversità, è chiaro quanto questa iniziativa sia legata al cibo e ai valori che esso rappresenta. Bello infatti significa un’economia più inclusiva, significa soluzioni sostenibili che creano un dialogo tra il nostro ambiente edificato e gli ecosistemi del pianeta, significa realizzare approcci rigenerativi ispirati ai cicli naturali che ricostituiscano le risorse e proteggano la biodiversità. Non a caso infatti, promuovere sistemi alimentari urbani e regionali sostenibili e resilienti è parte di uno dei progetti finanziati direttamente dall’Unione Europea, CITIES 2030 (di cui Future Food Institute con il suo Living Lab Paideia Campus a Pollica è partner) una rete di 40 partner paneuropei uniti per ridisegnare il modo in cui il cibo viene prodotto, trasformato, riciclato, utilizzato e consumato.

  • Next Generation EU

Il piano di ripresa europea Next Generation EU è pensato per accelerare la ripresa economica europea dopo la brusca caduta innescata dalla pandemia.Tra gli obiettivi del piano quella di migliorare lo stato ambientale, aumentare gli spazi verdi urbani, rendere l’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, promuovere l’emancipazione giovanile e femminile, quest’ultima cuore trainante della trasformazione verde e digitale come incluso nel Piano d’Azione di Genere 2021-2025.

La produzione, distribuzione e consumo di cibo può allora diventare, anche all’interno del piano europeo di ripresa, un’incredibile leva di ripartenza, resilienza, ed inclusione.

Questo senza considerare la pluralità di strategie a cascata che toccano il cibo solo settorialmente o indirettamente, come la Nuova Strategia Europea per le Foreste, l’Accordo sul Suolo per l’Europa, la Strategia di adattamento al cambiamento climatico, il Piano D’Azione Inquinamento Zero per aria, acqua e suolo, oppure il fatto che a partire da aprile di quest’anno anche la Commissione Europea sia divenuta parte del Patto Europeo per il Clima.

Celebrare l’Europa per dare voce ai suoi cittadini

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”

Dichiarazione Schuman – 1950

Dopo più di settant’anni da questa dichiarazione, considerata come l’atto di nascita dell’Unione Europea oggi, queste parole risuonano ancora particolarmente attuali.

Parole di unità e speranza che non nascondono però il profondo bisogno di cooper-azione, responsabilizz-azioneare e concretizz-azione.

In particolar modo, alla luce delle complessità attuali, delle disattese innescate dalla nuova Politica Agricola Comune (PAC), dalla difficoltà di assicurare uniformità tra diverse politiche comuni, come quella agricola, della pesca, e commerciale, dall’urgenza di promuovere una Politica Alimentare Comune, dal bisogno di promuovere autosufficienza alimentare senza cedere o compromettere gli obiettivi ambientali e climatici.

E’ per questo motivo che l’Europa ha bisogno di sentire direttamente la voce dei suoi cittadini, imprenditori e agricoltori, ricercatori e scienziati, per orientare le sue politiche sulla base di realtà e vissuti concreti, ma anche per stimolare direttamente un sense of agency che venga dal basso, dal vero cuore dell’Europa, come i giovani.

Abbiamo un valore tra le mani inestimabile. E’ il valore dell’apertura, della fantasia e della freschezza delle giovani menti che frequentano le nostre scuole, che però è ancora troppo trascurato, sminuito, sottostimato. Diversi studi confermano infatti che i bambini e ragazzi sono naturalmente inclini all’impermanenza, creando e disfando, montando e smontando, incessantemente, tutti elementi cruciali per affrontare le sfide attuali e ricreare le basi di un nuovo futuro. Questo è ciò che la scuola dovrebbe allenare e questo è esattamente l’obiettivo di ’Hackathon nella Scuola’: una maratona di due giorni che dall’incontro di Future Food Institute con l’Associazione Amore per il Sapere ha portato studenti delle superiori e docenti italiani ad hackerare problemi reali e rendere i nostri ragazzi veri protagonisti del cambiamento e della transizione.

Otto sfide: inclusione sociale, acqua, lavoro, riciclo del legno, l’importanza della rete, cibo, ecologia integrale e innovazione sociale sono stati i temi in cui le squadre si sono cimentate e hanno ideato il loro prototipo anche grazie alla presenza di mentor ed esperti a cui rivolgere domande e dubbi. E quale migliore occasione se non la Festa dell’Europa, il 9 maggio, di un anno che viene riconosciuto come l’anno europeo dei giovani, per permettere ad ogni gruppo vincitore di presentare le loro idee e soluzioni direttamente nella sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea?

Sarà un’occasione unica per rafforzare quel ponte di dialogo diretto tra istituzioni e cittadini, tra Europa e studenti, per costruire insieme basi solide per forme di prosperità collettiva.

Europa per il Mediterraneo e per l’Italia

Non è possibile parlare di cibo, transizione ecologica e di politiche europee senza menzionare il ruolo centrale che potrà avere presto il Mediterraneo.

La Nuova Agenda per il Mediterraneo del 2021 pone già le basi per un maggiore rafforzamento tra Unione Europea e stati mediterranei in tema di sviluppo umano, transizione digitale, pace e sicurezza, migrazione e mobilità, e transizione ecologica, mentre il potenziale mediterraneo nelle nuove politiche energetiche europee è un aspetto che sta acquistando sempre maggior rilievo.

In tutto ciò si aggiunge anche l’indiscusso potenziale della Dieta Mediterranea, modello indiscusso di rigenerazione ecologica integrale (ambientale, sociale, umano, culturale, politico e anche economico) che, se se adeguatamente valorizzato, potrebbe ricreare modelli di sviluppo territoriale rigenerativi e resilienti, capaci di valorizzare bellezze, saperi e patrimoni.

In particolare per l’Italia, che quest’anno attraverso il Comune di Pollica presiede il Network UNESCO delle Comunità Emblematiche della Dieta Mediterranea, questo potrebbe rappresentare un’opportunità senza precedenti: quella di sostenere un’economia sorretta dalle piccole e medie imprese, di valorizzare l’economia della territorialità e di denominazione, della qualità autentica, un’economia fatta di sostenibilità che da secoli si tramanda di generazione in generazione. Non è un caso infatti che il mondo oggi, dopo che la pandemia ha risvegliato il bisogno di salubrità, buona nutrizione, di sostenibilità, il mondo chiami e cerchi il Made in Italy.

Questo richiede un’adeguata comprensione e disseminazione di un potenziale di cui potrebbe beneficiare non solo l’Italia ma l’Europa ed il mondo intero.

E’ all’interno di questo contesto e partendo da questi presupposti che si colloca la settimana europea dell’agrifood e della rigenerazione: dieci giorni di iniziative incentrate sulla creazione di una strategia One Health europea sostenibile attraverso la crescita di un sistema alimentare più resiliente e inclusivo.

Da Napoli al Paideia Campus di Pollica, tra il 19 e 29 maggio, rappresentanze politiche, tecnici ed esperti incontreranno la comunità locale, imprenditori, start-upper, ricercatori, innovatori di ogni età, agricoltori e produttori per dare voce alle buone pratiche italiane, condividere opportunità e progettare il futuro insieme, partendo dalla culla della Dieta Mediterranea. Uno stile di vità sostenibile ed inclusivo che ci ha insegnato nei secoli che tutto è connesso; dove diplomazia alimentare, pratiche agricole sostenibili e innovative, cura delle risorse e del paesaggio, nuove forme turismo, benessere e longevità, il convivio e nuove forme di socialità possono diventare stimoli per delineare insieme azioni comuni per una vera rigenerazione culturale, sociale ed economica.

Perchè la vera Europa è quella che si fa insieme.