Un’altra Pasqua “faticosa” per l’umanità, sofferta da tanti; un pianeta malconcio, una Humana Communitas stanca e disconnessa, i diritti essenziali ancora una volta messi in discussione ed un unico sentimento universalmente condiviso la voglia di “cambiare”.
In queste ore c’è un’immagine, a me molto cara, che non riesco a togliermi dalla mente: quella del bruco nel pieno della sua metamorfosi.
Il bruco quando si sta per trasformare, crede che quella sia la fine. Crede che quella sia la morte. Non sa che sta attraversando una fase di mutazione. Siamo in quella fase di passaggio. Le “immaginal cells” stanno facendo il loro corso. Siamo all’interno della crisalide, e la nostra struttura si sta dissolvendo in una zuppa organica. Le nostre cellule immaginali, quelle dormienti, stanno per sviluppare la nuova struttura di una farfalla. Il nostro sistema immunitario, come accade per quello del bruco, identifica queste cellule come minaccia e le attacca inutilmente. Perché le cellule immaginarie continuano, si moltiplicano, si collegano tra loro, formano dei gruppi, fino a diventare un organismo multicellulare. Fino a diventare una farfalla. Qualcosa di completamente diverso dal punto di partenza.
Ecco, la speranza è di essere lì. Nel bel mezzo della metamorfosi. Lacerati e smembrati, ripiegati su noi stessi e sul punto di rottura, della necessaria disintegrazione della struttura precedente per crearne una completamente nuova. Una struttura nuova, modelli nuovi, strumenti nuovi, perchè una nuova narrazione non basta più, bisogna cambiare nel profondo. Una vera e propria trasformazione che solo attraverso un processo di ri-nascita, ri-generazione, ri-creazione, e rinnovamento potrà avvenire.
Da anni ovunque si parla di sostenibilità. Nelle politiche, nella finanza, nell’economia, nei modelli urbani, e soprattutto nei sistemi agro-alimentari, ma il processo di vera rigenerazione collettiva ancora deve manifestarsi.
Rigenerare è qualcosa di più della semplice sostenibilità, intesa come fare meno danno.
Rigenerazione va oltre il ripristino dello stato precedente.
La rigenerazione deve partire dalla cura di tutte le nostre relazioni più degradate, con l’ecosistema e le risorse naturali, con il tessuto sociale, con la nostra comunità, ma anche nell’economia e nella politica. Non è un caso infatti che l’Agenda 2030 menzioni cinque dimensioni cruciali, le cinque P, per ribaltare gli attuali modelli sregolati ed eccessivi e mettere in pratica finalmente ECO-sistemi efficienti, funzionali, inclusivi, rigenerativi.
Persone: promuovere l’uguaglianza e la dignità umana, l’equità, i diritti umani universali che continuano a trovare nella povertà e nella malnutrizione pericolosi ostacoli;
Pianeta: fermare il degrado ambientale in atto, mettere in atto azioni urgenti e concrete contro i cambiamenti climatici, valorizzare (non erodere) il patrimonio naturale di cui disponiamo;
Prosperità: sostenere forme di prosperità collettiva che equilibrino la dimensione economica, sociale, tecnologica, ambientale, individuale e collettiva;
Partnership: facilitare la collaborazione reciproca basata su uno spirito di solidarietà globale;
Pace: promuovere “società pacifiche, giuste e inclusive, libere dalla paura e dalla violenza”, come recita chiaramente il suo Preambolo.
Rigenerare significa infatti riconnettere, rendere nuovamente vivo il tessuto sociale, la convivialità, la socialità, l’inclusività, la spiritualità, i rituali che giocano un ruolo cruciale nel generare solide relazioni umane, (Persone). Rigenerare significa tornare a uno stile di vita basato sulla stagionalità, sui prodotti freschi e locali, su quelli che preservano e ravvivano attivamente le risorse naturali, riportando sulle nostre tavole prodotti buoni, nutrienti, a basso impatto ambientale, rendendoli accessibili a tutti (Pianeta). Significa riaffermare forme di benessere economico collettivo, con economie che si fondino sul rispetto del paesaggio e del territorio locale ma anche che si radichino nella cura e nella bellezza (Prosperità). Significa implementare piattaforme che rendano le filiere più semplici e resilienti, orientare le scelte di acquisto dei consumatori rendendoli più consapevoli dell’impatto generato dalle loro azioni, creando relazioni di dialogo e fiducia tra feeders e eaters, ma anche promuovendo collaborazioni tra pubblico e privato, essenziali per accelerare i processi di innovazione (Partnership). Rigenerare significa includere, accogliere, bilanciare, rispettare, equilibrare, colonne portanti di una pace interna (con sé stessi) ed esterna (con gli altri) (Pace).
Rigenerare di fatto significa rinascere.
A livello globale così come dalla nostra Italia, ammirata ed elogiata in tutto il mondo per la sua ineguagliabile storia, cultura, paesaggio, maestranza che si manifesta anche dal cibo e attraverso il cibo. Ora è il momento per far emergere competenze, ancora troppo spesso risorse dormienti, per far rinascere la fiducia, la creatività, il coraggio, la curiosità, la bellezza.
Per risvegliare il senso del possibile, soprattutto in un Paese che ha e continua ad avere un immenso potenziale: terzo Paese europeo come superficie coltivata a biologico ( 2,1 milioni di ettari), primo Paese al mondo per numero di prodotti alimentari certificati o di denominazione di origine (DOP, IGP, STG), primo Paese europeo.) per numero di produttori agricoli biologici attivi, primo Paese al mondo. per maggior numero di siti UNESCO, con i suoi 58 siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità.
Quale miglior momento per parlare di rinascita in questo particolare giorno dell’anno, la Pasqua. Una festività che valorizza la massima manifestazione dell’amore per gli altri, del sacrificio, della com-passione, della PACE, dell’essenzialità nella necessità. L’emblema assoluto del rinnovamento più completo, umano, spirituale, collettivo, in una stagionalità, la primavera, che è rinascita per definizione.
Questo allora è l’aspetto da cui ripartire per costruire una solida base per un futuro migliore, un futuro che, traducendo i valori di una rigenerazione ecologica integrale, ci traghetti verso una reale rinascita portando a compimento la nostra sofferta metamorfosi da bruchi a farfalle .
“Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno.”– Pablo Neruda