Italia paese dei campanili. Paese della frammentazione programmatica, frastagliata in tessuti imprenditoriali, sociali, culturali, istituzionali, economici sfilacciati e di piccole dimensioni, ma di enorme potenzialità e valore, che compongono la biodiversità straordinaria del nostro Paese.
Parliamo di 7904 Comuni.
Luoghi dove la biodiversità prolifica nelle denominazioni di origine, che valgono 17 miliardi di euro e impiegano 180.000 operatori e dove insistono 285 consorzi.
Luoghi dove, però, incombe l’ombra dello spopolamento dei territori, con tutto quello che comporta in termini di salvaguardia del patrimonio paesaggistico e culturale del nostro splendido paese. Succede a Ostana (Cuneo), che dopo il baby boom anni ’80 ha oggi 5 residenti. Succede a Biccari (Foggia), che ha attivato la cooperativa di comunità per riportare nel borgo la popolazione locale. Succede nel Comune di Sciacca (Agrigento), che attraverso il patto di comunità lavora strenuamente alla propria sopravvivenza puntando sulla bellezza.
I Comuni sono luoghi il cui destino, almeno per molti di loro, si deciderà nella prossime settimane. Alcuni stanno vivendo il fermento e la fibrillazione delle campagne elettorali, alcune delle quali sorde al futuro, alle vere sfide che si candidano ad affrontare, anche nonostante la loro consapevolezza o volontà; altri si scontrano con comunità dominate da forze conservatrici, individualismo, carenza di amore per il bene comune, per lo stare insieme, mancanza di senso di responsabilità e totale apatia politica.
Perché così è. La crisi sociale e culturale, così come quella climatica, la scarsità delle risorse naturali, il rischio di contaminazioni, esaurimento delle risorse e della stessa salute umana, sono fenomeni che stanno succedendo nonostante l’indifferenza di qualcuno. Abbiamo già un’agenda comune a cui attenerci. Ma quanti Comuni italiani parlano davvero di generazione di prosperità, di sviluppo sostenibile e di Agenda 2030? Quanti si stanno trasformando realmente in “cantieri della fiducia”, per citare il paesologo e poeta Franco Arminio? Quanti attuano processi di vera Immaginazione Civica come sperimentato a Bologna da Michele D’Alena, o processi di vera Open Diplomacy, come scrive l’Ambasciatore d’Italia Marco Alberti?
Perchè è anche questo quello di cui abbiamo bisogno, “cantieri della fiducia” capaci di mitigare la forza distruttiva degli “scoraggiatori militanti”.
Future Food Institute dal 2020 sta lavorando per sperimentare l’implementazione di queste leve strategiche, dallo sviluppo sostenibile, al cantiere della fiducia, alla diplomazia aperta e lo sta facendo partnendo dal Mediterraneo in Sicilia, in Puglia ma soprattutto a Pollica (Salerno) Capitale e Comunità Emblematica UNESCO della Dieta Mediterranea – grazie alla collaborazione con il coraggioso Sindaco, Stefano Pisani, erede storico e ideale del suo predecessore, Angelo Vassallo, che ha pagato con la vita il suo impegno su legalità e sostenibilità.
Il percorso tracciato con incredibile lungimiranza, coerenza e concretezza da Angelo Vassallo è fonte di grande ispirazione per chi come noi è costantemente chiamato a creare il futuro e formare agenti positivi di cambiamento. La sua storia ci insegna che dobbiamo partire dal tutelare il nostro territorio, curare la terra e rispettare l’ecosistema che ci accoglie per progettare un futuro prospero per la comunità.
Oggi, con il nuovo Piano Urbanistico Comunale, che mira al recupero delle centinaia di edifici abbandonati, sia nel centro storico che nelle campagne, alla rigenrezione dei terreni agricoli e alla tutela delle risorse naturali, si consolida ulteriormente in forma concreta questa missione.
Oggi, con il progetto “Pollica 2050”, stiamo lavorando ad un modello virtuoso, sperimentale, di rigenerazione territoriale, dove la comunità locale e quella globale, si uniscono per affrontare le grandi sfide che il Pianeta impone, costruendo un hub che abbraccia un intero territorio, sulla direttrice di Camerota, Velia e Pollica. Cioè sulla direttrice che unisce la preistoria delle caverne paleolitiche, con quella della scuola eleatica, della scuola salerinitana e infine quella della dieta mediterranea.
Così, è nato il sogno del Paideia Campus. Il primo Campus internazionale su ecologia integrale, sviluppo sostenibile e dieta mediterranea, che già sta attraendo talenti, esperti, filosofi, pensatori, poeti, imprenditori, startup, giovani, innovatori, istituzioni, contadini, scienziati. Una “Humana Communitas” biodiversa che fa della conoscenza la leva principale per cambiare mentalità e agire concretamente per la Terra.
Da oggi 6 Settembre, fino al 12 Settembre, in questo contesto ospiteremo il Boot camp con la FAO, in un programma innovativo e interattivo che testimonia la generazione dell’impatto proprio in quei luoghi che abbiamo descritto prima. Luoghi che si preparano così ad accogliere “delle politiche e delle economie che possano essere a taglia umana”, come ricorda Papa Francesco.
Noi lo stiamo facendo a mani nude, coinvolgendo la nostra preziosa rete internazionale, il mondo della scuola, ma soprattutto gli agricoltori e pescatori eroici, le piccole associazioni, gli attivisti, gli scienziati ed i forum giovanili con la ferma convinzione che è da questo incontro-confronto che esplode la potenza deflagrante di un modello innovativo come la storia che che oggi l’umanità intera è chiamata a scrivere.
Nelle Città e nei Paesi, “gli scoraggiatori militanti hanno dichiarato guerra ai sogni.” – cit. Franco Arminio
Ma sognare è l’anima della vita e la fabbrica del nostro futuro.
Nella “decade of action” non c’è più spazio per gli scoraggiatori.