Termina tra poche ore la UNGA week [settimana dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite] che per la prima volta ho avuto l’occasione di seguire da vicino e come parte attiva tra gli eventi collaterali a questo dialogo globale. Azione climatica e sviluppo sostenibile i temi al centro del dibattito newyorchese che hanno animato l’intera città con centinaia di eventi e conferenze e filo conduttore che ha collegato i vertici che si sono svolti parallelamente all’apertura della 74esima sessione dell’Assemblea Generale.
Un Summit speciale, che per la prima volta è stato vissuto dal mondo intero con una insolita attenzione e partecipazione.
Durante questa settimana ho avuto modo di assistere alla sfilata dei “bravissimi”, grandi colossi industriali, NGO e governi a raccontare buone pratiche; ho visto a distanza di poche ora una Manhattan letteralmente in tilt per il passaggio dei potenti della terra, e la piccola Greta nella sua meravigliosa e normale fragilità di sedicenne camminare assieme ai suoi genitori, per la strada dopo avere lasciato il suo messaggio al mondo affrontando gli sguardi minacciosi di chi come Trump la giudica e la schernisce. Ho visto giovanissimi attivisti [soprattutto ragazze] alzare la voce, e lanciare grandi accuse, dai palcoscenici politico-economici di questo grande festival del futuro, chiedendo a gran voce di essere coinvolti e ascoltati. Abbiamo sentito alcuni potenti leader politici con arroganza rinnegare l’esistenza del problema o anche solo affermare che risorse come l’Amazzonia non sono « patrimonio dell’umanità». Intanto noi inermi in questi ultimi mesi abbiamo assistito a fenomeni naturali sospendenti come la tempesta Vaia che in poche ore ha distrutto i boschi delle Dolomiti, o il luglio più caldo mai registrato da quando sono in uso gli strumenti per la misurazione del clima, in parte responsabile per la diffusione degli incendi più devastanti degli ultimi tempi che hanno visto coinvolte Amazzonia, Siberia e Canarie.
Abbiamo assistito in questo ultimo anno ad una serie di fenomeni sociali ed ambientali che se messi l’uno accanto all’altro mostrano immagini tragiche, e la proiezione verso un futuro sconvolgente, ma lanciano anche messaggi di speranza.
Qualcuno potrà domandarsi cosa mai ci sarà di positivo in tutto questo?
Esattamente un anno fa la piccola Greta scioperava sola fuori da scuola ed oggi milioni di ragazzi seguono e supportano la sua marcia inarrestabile e si stanno rendendo conto che un nuovo modello di sviluppo sostenibile e solidale è necessario per garantire la sopravvivenza all’umanità.
Consapevolezza = Coscienza + Conoscenza
Tutti questi fenomeni hanno acceso i riflettori su tematiche che fino a pochi mesi fa animavano solo le campagne degli attivisti ambientali o tavoli tecnici ed ora sono diventati argomenti comuni trattati in famiglia, tra amici, al lavoro, popolando i dibattiti più accesi sui social e hanno trasformato questa settimana, generalmente dedicata a dialoghi esclusivi tra policy makers ed addetti ai lavori, in una vera e propria manifestazione collettiva, capace di coinvolgere tutti e tutte le generazioni e creare consapevolezza.
Così anche noi, che in realtà da anni ci occupiamo questi temi, studiando gli impatti che la filiera agroalimentare genera sulla salute dell’ambiente e dell’individuo, ci siamo trovati coinvolti in questa grande giostra.
Con Future Food Institute è dal 2013 che abbiamo cominciato a studiare il cibo, sia dal punto di vista della fruizione sia dal punto di vista culturale; abbiamo cominciato a mappare i luoghi in cui la rivoluzione digitale che sta prendendo il controllo delle nostre vite, sta attaccando la nostra relazione col cibo, tra cultura, nutrizione e ambiente; abbiamo cominciato a studiare le dinamiche ed il potenziale che oggi la tecnologia mette a disposizione creando nuove intelligenze e nuove conoscenze generate dai dati.
Così anche noi esattamente un anno fa abbiamo dato vita al progetto Future Food For Climate Change e, proprio dall’America, prima al Global Climate Action Summit a San Francisco, poi a New York a durate UNGA 2018 presso la rappresentanza dell’Unione Europea alle Nazioni Unite, siamo partiti!
Non siamo partiti protestando, ma dando un contributo a nostro modo: facendo!
Conoscenza, comunità e [ri]generazione.
L’equilibrio tra uomo ed ambiente è una tematica complessa ed in questo binomio sono racchiuse le grandi sfide che la filiera agroalimentare si trova ad affrontare.
Nella società post industriale e globalizzata in cui viviamo, la rivoluzione digitale che sta prendendo il controllo delle nostre vite, ci impone di ri-imparare a comprendere il valore del alimentazione e di riconnettersi con il cibo, con chi lo produce, lo distribuisce, lo trasforma e lo condivide.
Il cibo è vita, nutrimento, è veicolo di valori, cultura, simboli ed identità, il cibo è socialità.
Mangiare è un atto essenziale per la vita dell’uomo, ma richiede coscienza e consapevolezza.
La grande sfida della nostra era è riuscire a preservare il pianeta, nutrendo l’uomo in modo sano e avendo cura per ecosistema che lo accoglie. L’umanità potrà adattarsi ai grandi cambiamenti che stiamo vivendo solo rimettendo l’uomo al centro e partendo dalla conoscenza.
Conoscenza
Un programma congiunto creato a quattro mani con gli learning center della FAO per formare quelli che amiamo chiamare “Climate Shapers”, coloro che all’interno di organizzazioni, istituzioni, incubatori d’impresa, accademie e scuole porteranno nuove competenze per progettare soluzioni capaci di affrontare i cambiamenti ambientali in atto e guidarci verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura [FAO] e il Future Food Institute [FFI] hanno sviluppato un programma di apprendimento avanzato congiunto che include esperienze pratiche supportate da una serie di corsi di eLearning FAO, multilingue, accessibili a tutti, sempre e ovunque , per trasferire conoscenze, abilità e competenze e rafforzare le capacità dei professionisti di oggi e di domani. Tre sono stati i training realizzati realizzati nell’estate 2019 (New York, 10-17 luglio; Tokyo, 1-7 agosto e Thingeyri , Islanda, 1-7 settembre), durante i quali Future Food e FAO hanno formato un nuovo movimento di Climate Shapers, in grado di affrontare la crisi climatica partendo dall’innovazione. Tre gli ambiti di interesse: Smart Cities, Smart Farms e Smart Oceans.
Comunità
Future Food Institute ha iniziato il percorso di co-progettazione e dialogo con gli stakeholder nelle tappe di New York, Tokyo e Islanda organizzando momenti di consultazione pubblica, hackathon e conferenze per coinvolgere l’intera comunità nel costruire una vera e propria scatola degli attrezzi per chi nelle scuole, nelle città, nelle case, nelle aziende, nelle zone rurali o negli oceani vuole innescare un cambiamento e dotarsi di strumenti per mitigare l’impatto delle proprie azioni sull’ambiente, innescando un processo di rigenerazione.
Per fare questo siamo partiti mettendo al centro dell’ecosistema l’uomo, individuando in cibo (e acqua) fonte di energia per la vita l’unico vero elemento che accomuna la “Humana Communitas”, che sa aggregare e dividere interi popoli, linguaggio universale che connette culture e generazioni diverse e tocca intimamente ogni individuo senza distinzione di estrazione sociale.
Un punto di vista privilegiato per analizzare il potenziale dato dall’implementazione degli SDGs e fornire agli stakeholder di ogni ordine e grado, che operano nella filiera agroalimentare alimentare una vera e propria bussola e poter misurare gli impatti generati al raggiungimento obiettivi di sviluppo sostenibile. Una bussola che prevede 5 aree di azione (food diplomacy, circular living, climate smart ecosystem, food identity, prosperity), composta da 4 elementi principali per ogni area (modelli, strumenti, “Humana Communitas”e metriche) .
È un progetto in costante evoluzione e a lungo termine. E’ un percorso che prevede momenti di co-progettazione, iterazioni e momenti di validazione; questo perché ogni soggetto coinvolto contribuendo con casi pratici, ricerche e possibilità di implementazione, può trasformare questa bussola in una vera e propria “cassetta degli attrezzi” composta da strumenti pratici testati sul campo.
In ultimo abbiamo scritto un manuale d’uso che forse è più simile ad una ricetta dell’Artusi:
Scegli i migliori “ingredienti”: crea la squadra migliore persone di estrazioni/competenze/ambiti disciplinari diversi attorno a un obiettivo comune; ed accedi a contenuti e competenze
Statali, togli il superfluo [q.b]: nella seconda fase ci si spoglia un pò della propria identità per mescolarsi con gli altri, accogliere stimoli e prepararsi al cambiamento; condizione ideale per elaborare idee ‘grezze’ e dirompenti.
Taglia e mescola: la terza fase produce una (ri)strutturazione dell’idea attraverso un processo in cui i contributi vengono ‘triturati’ e miscelati a formare una base di partenza.
Accendi il fuoco e cuoci!: l’ultima fase prevede la collocazione delle idee esito della fase di miscelazione in un contenitore utile per la trasformazione, previa cottura, in prototipi.
[ri]generazione
Il nostro #FridaysforFuture l’abbiamo celebrato presentando lo stato di avanzamento di questo progetto proprio a New York, non in un posto a caso o in una location da eventi “tech” o molto “cool”, ma in un posto che vogliamo considerare “casa”: l’Europa.
Presso la Delegazione dell’Unione Europea alle Nazioni Unite, dove esattamente un anno fa con Claudia Laricchia lanciavamo il progetto Future Food for Climate Change #FF4CC senza conoscere ancora il percorso esatto, ma avendo chiara in mente la meta, raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile partendo dal Food come agente di cambiamento. “Casa” dove siamo passati questa estate con il bootcamp “Future Food for Climate Smart Cities” per studiare come le grandi città possono mitigare gli impatti sull’ambiente ed affrontare i grandi cambiamenti in arrivo e con cui durante la settimana del High Level Political Forum alla Nazioni Unite a Luglio abbiamo organizzato un side-event dal titolo “Fighting Food Loss and Waste: promoting an international response” coinvolgendo la rappresentanza di dodici paesi in un momento di confronto e visita di casi di implementazione di successo come la piattaforma di Google Food. “Casa” dove oggi siamo tornati con “Food for Earth” presentando la nostra “Earth Regeneration ToolBox”.
Una vera e propria cassetta degli attrezzi composta da strumenti, come il “Circular Index” presentato da Enel.X, casi da grandi imprese che stanno implementando con successo modelli di economia circolare, la voce di Chef che sempre di più diventano agenti di cura e cambiamento, la voce della scienza e dell’arte, e la testimonianza dei giovani; Cassia Moraes, dal Brasile, fondatrice di Youth Climate Leaders Network, Valentino Magliaro, Imprenditore Sociale, fondatore di Humans to Humans, che ha il sogno di rivoluzionare la scuola, e infine la voce dei Climate Shapers formati questa estate dal Future Food Institute e da FAO a New York, Tokyo e Thingeyri in Islanda.
Un momento in cui ad affiancarmi nella moderazione di questo tavolo di lavoro, ho voluto due veri e propri testimonial di quelle generazioni, “amate e odiate”, [Millennials e Generazione Z], che hanno animato le piazze in questi giorni, ma che con Future Food stanno già costruendo il futuro da anni. Chiara Cecchini, con Future Food dal primo giorno, formatasi al Food Innovation Program, Imprenditrice, Global Shaper del World Economic Forum, che oggi dirige la sede Americana di Future Food e coordina tutti i progetti di Corporate Innovation, e Jacopo Teneggi che nel 2015 assieme ai compagni di scuola diede vita alla Future Food Young Talent Academy ed oggi si sta formando nei migliori atenei ed intanto progetta startup BioTech con team internazionali. Giovani che vivono con determinazione e profondità il presente, e costruiscono le basi per il mondo di domani.
Prossima tappa per “Food for Earth“? COP 25 a Santiago in Cile, 10 nuovi bootcamp nel 2020 per formare Climate Shapers, ma anche programmi di “prosperity thinking” e sviluppo dell’imprenditorialità applicata alla creazione di progetti orientati al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 in sperimentazione nelle scuole superiori.
La nostra “Earth Regeneration ToolBox” è una scatola aperta pronta ad accogliere strumenti, validare ed implementare progetti d’innovazione. Così, coinvolgendo diverse generazioni, mescolando mondi, culture e competenze, costruiamo insieme il futuro.