World Food Day: quando mangiare meglio significa mangiare tutti

Le ricorrenze sono importanti perché ci inducono a riflettere su quel che rappresentano. Il 16 Ottobre è il World Food Day, che ci ricorda quanto valga la pena continuare a lottare per un mondo migliore, in cui il cibo sia alla portata di tutti e a danno di nessuno. A tutti quelli che hanno già alzato gli occhi al cielo dico che, per quanto retorico e velleitario possa suonare, è una missione che per fortuna tantissime persone, organizzazioni e istituzioni continuano a perseguire.

Il World Food Day è un’occasione per tutti noi per fermarci a pensare al valore, o meglio ai valori, di cui il cibo è portatore, per ciò che rappresenta e per ciò che è: mezzo di sostentamento e di aggregazione, scrigno di cultura e tradizioni, ma anche strumento di comunicazione e di scambio, fonte di miglioramento economico e di cambiamenti sociali.

Quando assieme al Prof. Matteo Vignoli, col Future Food Institute abbiamo dato avvio, insieme all’Università di Modena e Reggio Emilia e all’Institute for the Future, al master universitario “Food Innovation Program”, avevamo esattamente questo in mente: partire dalle mille sfaccettature del cibo, come idea e come valore, e tentare di indagarne i risvolti e le implicazioni sociali, economiche, ambientali, politiche.

La Food Innovation Global Mission, parte del programma accademico del master, ci porta ogni anno alla scoperta dei diversi ecosistemi agroalimentari disseminati nel mondo. Il tentativo è stato e rimane quello di connettere i puntini di un disegno collettivo, diffuso in mille progetti e iniziative, nonché globale, nel respiro e nell’ambizione: rivoluzionare il modo in cui produciamo, consumiamo e ci rapportiamo col cibo.

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Quest’anno abbiamo deciso di raccogliere le nostre esperienze in quattro libri dedicati a quattro macrotemi che coniugano narrazione, sperimentazione e proposte di caclambiamento.

“The Future of Proteins” esplora i cambiamenti in atto nell’industria della carne e le varie alternative ad essa che si stanno profilando all’orizzonte (carne in vitro, insetti, hamburger di verdure e tanto altro).

“Circular Systems and Scalable Sustainability”, che analizza scenari e implicazioni per la riduzione degli sprechi alimentari, delle emissioni di gas inquinanti e del riutilizzo di materie prime.

“Agri-innovation in smart cities”, dedicato alle cosiddette ‘città intelligenti’ dove i servizi pubblici sono progettati anche a misura di consumatori consapevoli e virtuosi, e dove le collaborazioni tra pubblico e privato coniugano agricoltura e nuove tecnologie per migliorare la vivibilità urbana.

“Food Service and Food Care”, infine, racconta come il cibo sia sempre più soggetto, mezzo e finalità di molte delle innovazioni economiche, tecnologiche e sociali in atto nel mondo del turismo, della ristorazione e dei servizi alla persona.

In questi libri, i ricercatori del Food Innovation Program hanno messo nero su bianco le proprie osservazioni sui diversi ecosistemi agroalimentari, esplorati nel corso dell’anno. Anche grazie agli input di accademici internazionali, imprenditori, scienziati e ricercatori esterni, il lavoro finale raccoglie le testimonianze di decine di Global Food Heroes, che ogni giorno contribuiscono ad avanzare la missione di cui il World Food Day ci ricorda l’importanza.

Last but not least, con l’aiuto di un policy advisor abbiamo ragionato sulle possibili traiettorie di cambiamento politico e legislativo che potrebbero giovare i diversi sistemi agroalimentari globali. Le nostre raccomandazioni finali (tutte connesse dal filo rosso delle politiche educative, dell’economia comportamentale e da un approccio pragmatico nei confronti delle nuove tecnologie) sono indirizzate tanto ai governi nazionali quanto alle istituzioni multilaterali.

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Il Future Food Institute per sottolineare l’importanza di facilitare il dialogo e lo scambio di conoscenze tra le comunità, gli ecosistemi dell’innovazione mondiale ed i centri politici e decisionali, ha deciso di celebrare questa giornata presentando gli i primi output della Missione a Bruxelles dove Claudia Laricchia responsabile delle Relazioni Istituzionali dell’Istituto ha incontrato l’Onorevole Paolo De Castro (guarda l’intervista completa nella parte finale dell’articolo); alla FAO, Simona Grande, coordinatrice didattica del Food Innovation Program e le FIP fellows Anusha Murthy (India), Julia  Dalmadi (Hungary), Ashleigh Forster (South Africa) e Elizabeth Yorke (India) hanno invece condiviso gli output del progetto alla conferenza di GFAR ed in ultimo a Bologna i protagonisti della Missione hanno organizzato una “Food is a Conversation” aperta alla comunità locale presso il Future Food Urban Coolab.

C’è una ragione se il World Food Day, la giornata annuale dedicata al cibo, si avvale dell’attributo ‘mondiale’: le comunità di esseri umani sono spesso definite da culture, religioni, storie, idee e tradizioni diverse. Il cibo è un linguaggio globale che tutti comprendono, pur declinandolo in maniera ricca quanto eterogenea. Per questo motivo può e dev’essere strumento di coesione umana, per ricordarci che garantire sistemi di produzione e consumo alimentari sostenibili e accessibili è nell’interesse di tutti, che garantire un mondo in cui tutti possiamo mangiare di più e meglio è nell’interesse di tutti, e che alzare le spalle davanti alla possibilità di contribuire a tutto ciò è a beneficio di nessuno.