Si è svolto a Bologna lo scorso fine settimana il G7 Ambiente #All4TheGreen, che ha visto i leader mondiali confrontarsi sulle tematiche di primo piano relative al clima, “L’ambiente – ha detto il ministro incaricato Gianluca Galletti – è parte integrante della politica economica. I Paesi che qui partecipano rappresentano oltre la metà del pil mondiale e sono fra i maggiori esportatori”. Molti i temi in discussione su un tavolo che comunque porta come leitmotiv generale quello della sostenibilità.
Al centro del G7 Ambiente il clima, con il confronto sull’implementazione dell’accordo di Parigi per combattere il riscaldamento globale, argomento particolarmente caldo dopo che il presidente americano Donald Trump ha comunicato l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo e la sua intenzione di rinegoziarlo, decisione che ha suscitato molte polemiche e proteste anche internamente al suo paese. Irreversibile e non negoziabile invece lo stesso accordo per l’Italia e la maggior parte dei Paesi presenti a Bologna.
Il considerare una politica ambientale sostenibile perno della politica economica è fondamentale: la volontà di cambiamento, senza le concrete possibilità per farlo è una strada senza uscita, ma d’altra parte l’educazione e la consapevolezza devono essere la base per pianificare strategie di governo efficaci di lungo periodo in un’ottica globale. Un doppio movimento, dal basso, per gli stili di vita necessari alla tutela, e dall’alto, dai governi, come ha sottolineato anche il sindaco del capoluogo emiliano, Virginio Merola, insieme ai primi cittadini delle città metropolitane per approvare la Carta di Bologna per lo sviluppo sostenibile.
La città di Bologna e la Regione Emilia Romagna, che hanno ospitato l’evento, si sono mostrate in linea con questa posizione e ne hanno dato segnali concreti, innanzitutto ospitando oltre 70 eventi che si sono svolti per la settimana precedente il summit sotto il cappello di #All4TheGreen e in cui si sono confrontati, oltre ai politici, anche imprenditori, startupper, ricercatori universitari, studenti e anche semplici appassionati, curiosi di sperimentare nuove modalità di confronto come quelle messe in campo con Agrogeneration, il format dedicato a food e innovazione del CREA e patrocinato dal MIPAAF, promosso e organizzato da Future Food Institute in collaborazione con Vazapp, e supportato localmente da CAAB e Fondazione FICO. Il format porta avanti concretamente l’impegno di tutti i soggetti coinvolti a stimolare una discussione efficace, concreta, ma anche creativa, e che prenda in considerazione punti di vista nuovi, mai affrontati prima sul tema dell’innovazione lungo tutta la filiera agroalimentare. Siamo partiti lo scorso anno da Catania, passando da Milano all’interno di Seeds & Chips lo scorso maggio e finalmente siamo arrivati a Bologna.
Tre le missioni che ci guidano in questo percorso diffondere conoscenza e “INNOVAZIONE”, animare e connettere la “COMUNITA’”, creare occasioni di crescita, “EDUCAZIONE”.
Il primo, INNOVAZIONE, animato grazie al prezioso contributo dei ricercatori del CREA che sono arrivati da tutta Italia per raccontare come si fa (buona) ricerca. Il CREA è Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali; opera a 360 gradi in tutti i settori dell’agroalimentare, dal seme alla tavola, con grande attenzione anche all’innovazione tecnologica nonché alla sostenibilità ambientale e socioeconomica delle produzioni. Opera in 40 sedi, 6 laboratori 19 presidi regionali. 12 Centri di ricerca (ciascuno con una o più sedi), di cui 6 disciplinari (Genomica e Bioinformatica, Agricoltura e Ambiente, Difesa e Certificazione, Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, Alimenti e Nutrizione, Politiche e Bioeconomia) e 6 di filiera (Cerealicoltura e Colture Industriali, Colture Arboree – cioè alberi da Frutta, agrumi e olivo – Viticoltura ed Enologia, Orticoltura e Florovivaismo, Zootecnia e Acquacoltura, Foreste e Legno). Oltre 2000 teste che rappresentano un grande un patrimonio di conoscenza per il nostro paese.
Con il CREA ed il prezioso contributo di Agronotizie abbiamo affrontato il tema della sostenibilità in agricoltura partendo dalla valorizzazione delle risorse che ci circondano. A partire da uno dei trend dell’agricoltura sostenibile di oggi, ovvero gli insetti, non a caso nel nostro panel indicati come “la risorsa che non ti aspetti”, al centro del dibattito sia per la loro capacità di distruggere intere coltivazioni sia per la loro insospettabile capacità di fornire proteine e nutrienti alternativi alla carne. La ricerca se ne sta occupando attivamente, senza trascurare nessuna possibilità, come hanno sottolineato gli interventi di Pio Roversi “Antagonisti naturali: amici e nemici dell’agricoltura” illustrando come alcuni insetti “amici” possono sconfiggerne altri “nemici” delle culture ristabilendo l’equilibrio dell’ecosistema ambientale, quello di Marco Lodesani dedicato alle api come sentinelle dell’ambiente grazie a un monitoriaggio continuo, di Silvia Cappellozza sulla riscoperta dei bachi da seta a partire dalla case history di una produzione orafa veneta grazie alla quale è stata riaperta l’unica fabbrica di produzione della seta rimasta in Italia e di Valeria Francardi che ha parlato degli insetti come elemento da cui partire per creare gli integratori del futuro, una sperimentazione già testata con successo all’Università di Firenze. Gli integratori a base di insetti, ricchi di omega 3 e omega 6 e dei peptidi ace-inibitori infatti avrebbero notevoli proprietà nel combattere le malattie cardiovascolari e l’ipertensione.
Al centro del secondo momento di confronto con i ricercatori del CREA il tema dell’economia circolare come nuovo modello da promuovere e che ci auguriamo possa diffondersi in maniera sempre maggiore grazie anche alla crescente sensibilità dell’opinione pubblica sui temi della sostenibilità ambientale, della non rinnovabilità delle risorse e, di conseguenza, del loro corretto utilizzo. Un’economia circolare appunto e green, che guardi non solo al profitto qui ed ora, ma al futuro del pianeta, a quello che lasceremo alle generazioni che verranno. E in questa maggiore consapevolezza sta anche il riuscire a cambiare mentalità a proposito degli sprechi, mettendo questo enorme problema sul tavolo e trasformandolo in opportunità, ovvero a partire da ciò che viene oggi buttato produrre risorse nuove. Molti sono stati gli interventi a supporto di questa tematica, da quello di Fabrizio Capoccioni dedicato al gambero della Louisiana utilizzabile come base di alimenti per la acquacoltura a basso costo e impatto, ad Antonella Bosso con il suo intervento su molecole bioattive e vinacce di scarto da trasformare in farine a Stefano Fabiani che è intervenuto su “Water-energy- food NEXUS: tra sostenibilità e produttività” e che si propone di sviluppare una strategia innovativa per l’ottimizzazione e la gestione degli input produttivi. Sfida epocale in tema ambientale è quella del cambiamento climatico e delle conseguenze sull’agricoltura, come hanno sottolineato Marcello Donatelli parlando dello scenario italiano ed europeo e dei metodi di indagine basati sui modelli climatici globali, Silvano Fares e Filiberto Altobelli, concentrandosi rispettivamente sulla gestione eco-sostenibile delle foreste e l’uso responsabile di acqua in agricoltura. Guardando alle nuove tendenze in agricoltura Alessandra Trinchera ha esplorato i nuovi confini del biologico rivelandone il grande impatto non solo ambientale ma anche economico, Marcello Mastrorilli con la sua ricerca applicata al bene più prezioso, l’acqua, sottolineando come incentivare il consumo di cibi prodotti utilizzandone una minore quantità, Edoardo Costantini che ha spiegato le vere conseguenze di una cattiva gestione del suolo e Valentina Lasorella il rafforzamento del greening a difesa dell’ambiente.
Il secondo, COMUNITA’, grazie alla magia della Contadinner di Vazapp, l’agorà itinerante che mette storie e persone al centro, nata per accogliere giovani che, grazie alla relazione e allo scambio di sapere, possono diventare fermento e stimolo per la comunità. L’idea nasce in Puglia, nella zona di Foggia, per mettere in connessione i membri di una comunità agricola troppo spesso frammentata e isolata; persone che grazie alla creazione di questo “momento” hanno condiviso le proprie storie mettendo in rete un patrimonio di conoscenze e tradizioni.
Per la prima volta a Bologna, in un contesto “agro-urbano” 10 innovatori urbani [decisori politici locali, startupper, imprenditori, cooperatori e ricercatori] e 10 innovatori rurali [giovani agricoltori]. Le testimonianze di startup e le storie contadine hanno saputo ispirare e animare un’agorà davvero di grande valore. Tra i partecipanti Duccio Caccioni, agronomo e direttore marketing e qualità di CAAB, che ha presentato il Bologna Award for International Sustainability and Food affermando: “sono molto contento di essere qui a presentare questo premio perchè è stato fatto proprio per portare al grande pubblico il tema dell’agricoltura sostenibile. Il progetto realizzato grazie alla Regione Emilia Romagna, all’interno della nostra Bologna “City of Food”, parla di cibo non solo come gastronomia ma come agricoltura sostenibile e di alta qualità”. Non solo ospiti italiani, ma anche internazionali. Joe Alioto Veronese, membro della commissione Relazioni internazionali del Senato della California delegato dal Governo californiano guidato da Jerry Brown a seguire gli eventi collaterali del G7, è intervenuto ad Agrogeneration per portare il punto di vista di uno dei paesi più all’avanguardia in tema di innovazione “quando ho sentito dell’opportunità di venire a Bologna ho accettato subito. In California noi siamo imprenditori, persone che supportano idee e il tema dell’ambiente per noi è prioritario” conclude Veronese. Ad accompagnare il delegato californiano Simona Caselli, Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia Romagna “quando ho saputo che Joe Alioto Veronese sarebbe venuto ho pensato che il posto migliore dove portarlo fosse qui ad Agrogeneration perchè questo è un contesto dove di respira innovazione, e dove cambiamento climatico e spreco alimentare sono temi particolarmente sentiti. L’Assessore Caselli ha colto inoltre l’occasione per presentare l’Atlante climatico dell’Emilia Romagna. Uno studio condotto da Vittorio Marletto, responsabile del progetto Eraclito, che ha mappato l’analisi climatica giornaliera dal 1961 fino al 2015 e che dimostra quanto il cambiamento climatico sta avendo dei forti impatti sul nostro ambiente. “Questo sta a dimostrare che fare agricoltura di precisione, quindi