La Dieta Mediterranea al G7. Modello di Sviluppo per un Futuro Sostenibile.

Mentre a New York è in corso la Climate Week, in Italia si respira un’aria di rinnovato entusiasmo e impegno nel settore agroalimentare. Il G7 Agricoltura in corso a Siracusa ha visto una partecipazione senza precedenti di tutti gli stakeholder dell’agri food italiano, con un’attenzione particolare rivolta ai giovani in agricoltura e al continente africano. Questo G7 “mediterraneo” sembra voler consolidare un ponte tra la storia millenaria della nostra cultura alimentare e il continente che rappresenta il futuro: l’Africa.

La Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale dell’UNESCO, ha giocato un ruolo centrale in questo contesto, non solo come celebrazione di prodotti iconici, ma come vero e proprio modello di sviluppo sostenibile. Il Giardino Mediterraneo d’Italia del DMED, curato dal Consorzio Edamus e dai Distretti del Cibo, ha offerto uno spazio di incontro e confronto per delegazioni e media da tutto il mondo, mentre le Comunità Emblematiche UNESCO della Dieta Mediterranea hanno elaborato dieci raccomandazioni strategiche per i leader del G7.

La Dieta Mediterranea, spesso è stata erroneamente interpretata, non è un semplice marchio da promuovere o un prodotto da vendere. È un patrimonio vivente che si manifesta quotidianamente nei gesti, nelle scelte e nelle tradizioni tramandate di generazione in generazione. Ha dimostrato di essere lo stile di vita, e quindi anche di produzione agricola e di consumo più sano e sostenibile al mondo. Le Comunità Emblematiche UNESCO non solo preservare questo patrimonio, ma lo vivono e lo custodiscono, interpretandolo nella quotidianità e usandolo come guida nella creazione di politiche di sviluppo rurale, piani urbanistici e rituali comuni, adattandolo alle sfide attuali.

All’evento erano presenti rappresentanti delle Comunità Emblematiche di Croazia (rappresentata da Jelena Ivanisevic – Research associate Institute of ethnology and folklore research), Grecia (rappresentata da Eleni Tagonidi – Maniatakeion Foundation) e Portogallo (rappresentato da Corinne Romeira del Comune di Tavira), quest’ultimo alla presidenza della rete UNESCO quest’anno. Stefano Pisani, che rappresenta la Comunità Emblematica italiana e dirige il Segretariato Permanente Network MD UNESCO, ha dichiarato:

“La Dieta Mediterranea non è solo un regime alimentare, ma un modello di sviluppo sostenibile che può guidarci verso un futuro più sano e resiliente. Proponiamo di promuovere l’agricoltura rigenerativa e rafforzare le filiere corte locali, integrando l’educazione alimentare. È fondamentale preservare le conoscenze agricole tradizionali e valorizzare il ruolo degli agricoltori come custodi del territorio. Dobbiamo ridurre lo spreco alimentare riscoprendo le tecniche di conservazione tradizionali e promuovere la Dieta Mediterranea come modello di salute pubblica. La tutela della biodiversità attraverso pratiche agricole sostenibili è cruciale, così come il sostegno al ruolo delle donne nella trasmissione di queste conoscenze. Infine, promuovere il nostro patrimonio culturale e il turismo rurale sostenibile può essere un volano per lo sviluppo delle nostre comunità. Queste azioni concrete possono trasformare la Dieta Mediterranea da semplice patrimonio UNESCO a vero e proprio modello di sviluppo ecologico integrale.”

Le Comunità Emblematiche della Dieta Mediterranea, distribuite in sette paesi del bacino mediterraneo, costituiscono un mosaico vivente di tradizioni e pratiche sostenibili. Da Koroni e Pylos-Nestor’s in Grecia alle isole di Brač e Hvar in Croazia, da Agros a Cipro a Pollica nel Cilento italiano, da Chefchaouen in Marocco a Tavira in Portogallo, fino a Soria in Spagna, queste comunità incarnano un patrimonio culturale e ambientale inestimabile. La loro esperienza secolare nella gestione sostenibile delle risorse, nelle pratiche agricole tradizionali e nella preservazione della biodiversità offre un modello concreto e replicabile per orientare le politiche future verso uno sviluppo più armonioso e rispettoso dell’ecosistema mediterraneo

Queste raccomandazioni offrono un approccio olistico che può guidare le politiche agricole future verso sistemi alimentari più sostenibili, resilienti e salutari. La Dieta Mediterranea, con il suo focus sulla produzione locale, la biodiversità e le pratiche tradizionali, fornisce un modello concreto per affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e la salute pubblica.

L’evento di Siracusa segna un passo ulteriore verso la definizione di politiche agricole globali più sostenibili e salutari, evidenziando il valore intrinseco della Dieta Mediterranea come modello di sviluppo e framework culturale. Questo approccio supera le mere strategie di marketing, ponendo al centro delle politiche future le sfide alimentari, ambientali e sociali.

Questo incontro rappresenta un momento simbolico e fondamentale, che segna l’inizio di un percorso di approfondimento scientifico più ampio. Le tematiche discusse saranno ulteriormente esplorate durante il Summit Internazionale “Mediterranean Diet Feeds the Future – The Global Summit to Unleashing the Power of the Mediterranean Diet and Seeding Change from Roots to Future”, previsto dal 14 al 17 novembre 2024 tra Portici e Pollica (SA). Organizzato dal Centro Studi Dieta Mediterranea del Comune di Pollica e dalla Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, questo summit mira ad avviare un dialogo scientifico mirato, esplorando le potenzialità della Dieta Mediterranea come modello di sviluppo sostenibile e salutare a livello globale. Questo evento rappresenta un’opportunità unica per approfondire il ruolo della Dieta Mediterranea nel plasmare un futuro alimentare più sano, equo e rispettoso dell’ambiente, consolidando il suo status di patrimonio vivente e guida per politiche alimentari innovative a livello mondiale.