Convivio

Dal cuore della terra al centro del piatto

Cibo, cucina, convivio e territorio e nuove forme di turismo per uno sviluppo ecologico integrale.

Da sempre, alla gastronomia si lega un prezioso significato che va oltre la semplice preparazione e apprezzamento del buon cibo. Gastronomia è ricerca meticolosa di ingredienti, è scoperta e riscoperta di tecniche di preparazione, è abbinamento di sapori, è la capacità di trasportare, all’interno di un piatto, la storia, i valori, la bellezza di un paesaggio o la ricchezza e la biodiversità di un territorio.

Così, se la stessa risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2016, quella che ha formalmente designato il 18 giugno come Giornata della Gastronomia Sostenibile, riconosce alla gastronomia la capacità di essere “espressione culturale legata alla diversità naturale e culturale del mondo”, cucinare non diventa soltanto arte ma vero e proprio atto d’amore e cura costante.

Cura e amore che abbiamo gradualmente dimenticato nelle nostre cucine, distratti da stili di vita sempre più frenetici, da ritmi snaturati, da un senso di fretta cronico che ci ha portato a sacrificare e gradualmente sostituire il tempo da passare in cucina con la comodità di avere cibi pronti ma senz’anima.

Oggi più che mai, che guerre e crisi globali ci hanno risvegliato il bisogno assopito di ritornare più umani e più radicati su valori collettivi e solidali, la gastronomia riscopre il suo volto più profondo e reale: quello di riportare, all’interno dei nostri piatti, armonia tra sicurezza alimentare, nutrizione, gusto, tutela della bio-diversità, rispetto del paesaggio, autenticità di un luogo.

In questo senso, da meri “esecutori”, cuochi e chef possono diventare veri e propri ambasciatori del territorio, facendo parlare, attraverso l’esperienza ed il gusto dele loro creazioni, i piccoli agricoltori, gli allevatori, i pescatori del luogo, valorizzando ingredienti dimenticati, attuando preparazioni coscienziose, permettendo a tutti coloro che si mettono a tavola di intraprendere una completa immersione nel territorio.

Oggi la chiamiamo gastronomia sostenibile, quella che parte dalla scelta attenta e coscienziosa degli ingredienti e del modo in cui vengono prodotti, trasportati, confezionati e distribuiti i cibi che mangiamo.

In passato era l’unico modo per consentire al cibo di rendere vivo e vivente costantemente il rapporto tra individuo, comunità, territorio, cultura e identità.

Non a caso, il valore della nostra Dieta Mediterranea, deriva proprio da questo, dal fatto di essere “pratica sociale basata su un insieme di competenze, conoscenze e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola e che riguardano, nel bacino del Mediterraneo, le culture, le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione, la cottura e soprattutto le modalità di consumazione del pasto. Questo insieme di conoscenze è associato al ritmo di un calendario stagionale caratterizzato dalla natura e dai significati culturali, sociali, religiosi e/o rituali correlati” come si legge dalla Carta dei Valori della Dieta Mediterranea. Valori che si sono tramandati, dalle mani delle donne mediterranee, che continuano nell’abilità delle nonne cilentane e che rappresentano un incredibile volano anche per la scoperta e riscoperta turistica.

Luoghi come il Cilento – con Pollica (SA) Comunità Emblematica UNESCO della Dieta Mediterranea – laboratori a cielo aperto di uno stile di vita ecologico integrale, così intrisi di saggezza e bellezza ma unitamente così a rischio di abbandono e spopolamento, possono così ritornare luoghi di presenza costante e non di abbandono; di restanza non di passaggio; ma anche di scoperta. Una ri-scoperta che parta dal cibo e dal convivio, strumenti essenziali per scoprire l’identità e la storia di un Paese, e dal territorio, che può essere “assaporato” attraverso esperienze enogastronomiche, e forme di turismo lento, attento e rispettoso.

In questo senso, non posso che essere estremamente orgogliosa della partnership tra il Future Food Institute e l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) consolidata nella sfida per startup per risvegliare forme di sviluppo sostenibile applicate al turismo.

Sei i temi cruciali:

  1. Coinvolgimento della comunità
  2. Green and Blue Economy
  3. Creazione di capitale ecologico e sostenibile,
  4. Tecnologia del turismo per il bene,
  5. Formazione turistica
  6. Empowerment delle donne

per trasformare idee in soluzioni realizzabili, implementabili e scalabili.

Ora che anche il Mediterraneo avrà una sua capitale della cultura a rotazione tra i vari paesi mediterranei, questa sfida assume ancora più rilevanza.

D’altronde, proprio la filosofia e lo stile di vita “Dieta Mediterranea” ci hanno da sempre insegnato quanto cibo, cucina, convivio e territorio siano cardine alla base di una rigenerazione collettiva. Forme di “gastronomia sostenibile” e “turismo slow”, alla scoperta delle storie, dei saperi e dei sapori di un territorio, non possono che aiutare a tutelare, diffondere, valorizzare, e soprattutto tramandare l’immenso patrimonio immateriale di cui disponiamo e che come la “Dieta Mediterranea” oggi racchiude in se le leve strategiche per ripartire implementando modelli di sviluppo ecologico integrale, davvero sostenibili.

Il giorno in cui il cibo perderà la sua storia e il suo valore non ci sarà più speranza per nulla. (Carlo Petrini)