“L’aumento dell’occupazione è un valore aggiunto per l’Emilia Romagna, che si conquista attraverso le competenze, l’educazione e la ricerca”.
Così il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, durante il recente convegno sugli Stati Generali della Formazione, occasione importante di riflessione su un tema chiave per istituzioni e mondo dell’impresa, su cui i momenti di confronto sono sempre preziosi. Tra gli altri hanno preso parte alla giornata di lavori il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari, il vice presidente di Confindustria Emilia Romagna Maurizio Focchi, Vincenzo Colla segretario regionale CGIL, il coordinatore del Tavolo Regionale dell’imprenditoria Paolo Govoni e Angela Guarino, della direzione generale Occupazione affari sociali.
Nel pomeriggio invece una tavola rotonda ha visto coinvolte alcune esperienze emiliano romagnole rinomate a livello internazionale che uniscono passione, visione e consapevolezza e dimostrano che solo investendo su formazione, sviluppo costante di nuove competenze e valorizzazione degli antichi mestieri si può competere e diventare leader a livello globale. Tra questi, Gian Luca Farinelli con “L’Immagine Ritrovata” che grazie al progetto di ristrutturazione delle pellicole d’epoca ha riportato a nuova vita le immagini dei grandi film del passato, rendendo Bologna un punto di riferimento per appassionati e specialisti del settore. “Molti anni fa abbiamo deciso di formare i giovani a un mestiere che già si stava perdendo, il restauro dei vecchi film. E passando attraverso molte esperienze abbiamo valorizzato il patrimonio della Cineteca di Bologna e reso il nostro laboratorio unico e noto in tutto il mondo. Quello che fa la differenza, anche nella formazione, è la passione, è questo che ci distingue” spiega Farinelli. Di rilievo è stata anche l’esperienza illustrata da Eugenio Sidoli, amministratore delegato e presidente Philip Morris Italia, che ha deciso di investire 500 milioni di euro per un nuovo stabilimento produttivo a Crespellano: “abbiamo sempre riconosciuto a Bologna un’eccellenza sul fronte delle politiche educative, è un territorio dove le competenze tecniche sono alte e le istituzioni collaborano, c’è dialogo e ascolto. Questo per noi è ottimo, siamo un’impresa globale e abbiamo delle aspettative“.
“Innovation is a cooperative effort”
L’innovazione è uno sforzo di collaborazione, una tensione comune a collaborare con i piedi ben piantati nel presente, facendo tesoro del passato, ma guardando al futuro.
Tre sono gli elementi chiave per generare una buona sinergia tra imprenditoria e mondo della formazione. Il primo è quello della contaminazione, grazie alla quale il mondo della formazione, e quello del lavoro, possono darsi a vicenda prospettive, bisogni e valore aggiunto in modo da migliorarsi a vicenda. Inoltre, come ha spiegato l’assessore regionale a Scuola e Formazione professionale, Patrizio Bianchi, a margine della tavola rotonda pomeridiana su Persone, lavoro, produzione e territorio quello dell’Emilia-Romagna è un sistema che funziona, “il nostro è un sistema formativo integrato verticalmente, che parte dai ragazzi di 14 anni, quelli a rischio di dispersione, fino al dottorato e, addirittura, il post-dottorato. Non solo, è un sistema integrato anche orizzontalmente: le scuole pubbliche, le scuole private, i centri di formazione, i centri dentro le imprese“.
Il secondo, ricavato dagli interventi di uno degli altri speaker intervenuti durante la conferenza, Andrea Pontremoli, amministratore delegato Dallara Automobili, quando ha sottolineato la necessità di rafforzare il network di imprenditori per far conoscere il valore aggiunto creato ogni giorno con fatica e dedizione, come il liceo delle scienze applicate e l’istituto per l’istruzione superiore nato vicino a Parma grazie al contributo della Dallara. “Se scuola e imprese si mettono insieme, possiamo fare la differenza. E’ importante anche comunicare lo sviluppo e la crescita di conoscenza di cui siamo capaci. Faire, savoir faire e faire savoir; siamo bravi sul fare, a saper fare, ma sul far sapere ciò che facciamo abbiamo ancora dei problemi – continua Pontremoli – siamo in un mondo globale e ogni impresa non può lavorare da sola, deve rendere competitivo il territorio nel quale si lavora per riuscire a crescere, questo anche attraverso la tecnologia, perchè questa non ci rende più intelligenti, ma è fondamentale imparare a saperla usare” senza dimenticare di creare missioni internazionali comuni che mettano a valore i territori d’eccellenza.
Ed in questo contesto anche Food Innovation Program, nato dall’esperienza imprenditoriale di You Can Group all’interno di Future Food Institute è stato preso come esempio. Un Master internazionale nato dalla partnership tra il Future Food Institute di Bologna, UNIMORE e l’Institute For The Future di Palo Alto, pensato per formare nuovi imprenditori ed innovatori del settore agroalimentare, accolto in un territorio dove invece la parola d’ordine è “tradizione”. Un master che parla al mondo, ma che si è trasformato in una vera e propria piattaforma di consapevolezza e conoscenza per tutto l’ecosistema Food e la comunità locale. Un master che ha saputo interagire coi bambini e le famiglie, che ha coinvolto scuole, imprese, attivisti, esperti e grandi nomi ed imprese internazionali, portando temi fortemente innovativi nelle roccaforti della tradizione alimentare italiana. Un progetto che, come quelli già citati, ha portato positiva contaminazione, ha valorizzato il network e ha generato impatti sulla comunità, ultimo elemento e vero obiettivo di questa missione.
Investire nella formazione e nella costruzione della conoscenza è il miglior modo di creare impatti positivi. La formazione non è ancora sufficiente, non sfrutta ancora ogni risorsa possibile. Nell’ambito del food si è fatto tanto, ma anche qui il cammino è lungo e ancora pieno di occasioni non solo da cogliere, ma soprattutto anche da immaginare e creare.
“Vogliamo essere una Regione ad alto valore aggiunto” – ha detto l’assessore regionale a Scuola, Lavoro e Formazione Patrizio Bianchi – individuando nell’occupazione il risultato di questo valore aggiunto che si conquista solo investendo in competenze, educazione e ricerca. In questi anni la Regione Emilia Romagna ha lavorato su nuovi partnerariati per rafforzare il concetto di integrazione e inclusione e creare una vera comunità, con l’obiettivo del lavoro e del futuro dei ragazzi“.
“Le esperienze che abbiamo ascoltato ci dimostrano che nel mondo produttivo esiste un processo di cambiamento continuo – ha detto concludendo l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi – per questo abbiamo bisogno di un processo di formazione in evoluzione continua. L’Emilia-Romagna ha accettato questa sfida, abbiamo messo in campo varie strategie, tra cui proprio il rapporto tra imprese e mondo della formazione“.