Era parecchio tempo che non prendevo il Frecciarossa Bologna – Milano.
Rifletto. Dopo tanti mesi trascorsi a Pollica, (al nostro Paideia Campus, in Cilento, provincia di Salerno), in 12 ore a Bologna sembra che tutto sia vicino, veloce, comodo, accessibile. In un giorno si riescono a fare tantissime cose: incontri, diversità, stimoli, opportunità, e magari ci incastri anche palestra, parrucchiere, aperitivo con gli amici e una serata a teatro.
Penso alle migliaia di chilometri e alle centinaia di ore trascorse in viaggio: Pollica-Napoli, Pollica-Roma, Pollica-Bologna, Pollica-Bruxelles, Pollica-Mondo, soprattutto Mondo.
E mi chiedo: quanto vale quel tramonto?
Dentro a quel tramonto c’è il Mediterraneo, ci sono le battaglie quotidiane degli amici rivoluzionari, c’è l’amore viscerale per la Terra e per il Mare, l’aria pura, gli orizzonti, il cibo vero, l’anima della mia piazza, il ritmo di quelle musiche, le mie albe su Capo Palinuro e sì, anche i miei amati (e dannati) tramonti.
È vero, vivere il Sud è un dono divino, una bellezza disarmante alla quale è difficile rinunciare. Stupefacente e allo stesso tempo tremendo.
Un luogo dove sei costretto a crescere più in fretta per tenere il passo con gli altri, e dove chi si mette sul cammino del fare parte sempre con le tasche piene di sassi, dati in dote dal contesto. Dove chi è tenace impara fin da bambino a correre su un sentiero pieno di ostacoli, dove c’è sempre qualcuno pronto a buttare qualche buccia di banana sul tuo cammino, perché l’invidia, ovunque, è una brutta bestia.
Penso al valore dell’essere “marginale“. Aree marginali che, anche grazie alla loro inaccessibilità fisica e sociale, nei secoli si sono “salvate”, rimanendo meno contaminati, un presidio di autenticità. Territori che spesso sono stati la culla di patrimoni viventi dal valore inestimabile e risorse dormienti oggi vitali per la salute dell’umanità.
Un contesto che mette alla prova i più caparbi con continue sfide di resistenza, accoglie i nostalgici e fa accomodare i più arrendevoli per rassegnazione.
Luoghi dove re-stare è una scelta meravigliosamente rivoluzionaria, oppure è felice inconsapevolezza o rassegnazione e sopportazione quotidiana.
Penso al valore e al costo del “vivere mediterraneo”.
Penso al nostro meraviglioso Sud e ai compagni con i quali condivido la missione quotidiana.
Penso all’Italia e alle sue tante velocità.
Penso al futuro: i ragazzi. Come li alleniamo a confrontarsi col mondo e con le nuove intelligenze? Quali valori, stimoli e competenze siamo in grado di offrirgli?
Penso a come accorciare le distanze e guadagnare tempo senza compromettere l’autenticità di quella “vita” e di quella “terra”.
E continuo a tormentarmi per trasformare quell’investimento in chilometri percorsi e ore di vita spese in transito in un vantaggio; trasformare ognuno di quei sassi in una grande opportunità, e ognuno di quei tramonti in un sogno realizzato… il cammino continua, ci vediamo a Pollica!