È possibile smettere di raccontare gli scenari inevitabili dello status quo, se l’umanità non cambia? È utile fermarsi e contemplare un’opera d’arte, diventandone improvvisamente parte? Può l’arte essere il cibo dello spirito e della mente, specialmente quando il cibo è destinato ad essere sempre più scarso?
EUcarestia – No Food Tomorrow, l’installazione creata dal collettivo {[(etica)estetica]anestetica} in collaborazione con il nostro Future Food Institute, risponde sì a tutte queste domande. EUcarestia è una mostra contemplativa, un’esperienza artistica che entra nella sfera emozionale, cioè quella dalla quale maggiormente dipendono le decisioni, anche quelle di cambiare.
EUcarestia, etimologicamente “rendere grazie”, è un grido dell’arte per la Terra, di quella Terra rappresentata dal cibo mediterraneo, cioè quello iconico della cultura ancestrale dove risiedono i principi della nutrizione e dello sviluppo sostenibile, e dei modelli rigenerativi di ecologia integrale. Cibo mediterraneo che nell’opera si fa cristalli di luce, di quelli visibili solo al microscopio. Microscopici eppure preziosi. Indispensabili persino per evitare quella carestia, anche in Europa, da cui EUcarestia ci mette in guardia, non a parole, ma con l’esperienza emozionale ed immersiva dell’arte.
Olio, grano, vino, acqua: sono questi gli ingredienti della mostra. Sono gli elementi chiave della Dieta Mediterranea, che è un capolavoro di equilibrio tra la salute dell’umanità e quella del Pianeta. Prodotti sacri, perché figli dei custodi del Creato, che hanno utilizzato le tecniche dell’agroecologia, rispettato i cicli naturali e rigenerato il suolo, proprio come si fa in Cilento, a Pollica, una delle 7 comunità emblematiche della Dieta mediterranea UNESCO nel mondo. Olio simbolo di pace; vino da vigneti sperimentali; acqua del Mare Nostrum; grano da agricoltura rigenerativa, che diventa pane, alimento spirituale per eccellenza.
La celebrazione di tali elementi avviene attraverso il loro innesto dentro ad architetture simbolicamente sacre: un trittico di tabernacoli, denominato NFTryptic e un confessionale, denominato coNFTessional.
La tecnologia degli NFT (non-fungible token), si è fatta strumento di etica ed estetica, nel ventre sacro del Mediterraneo di cui non dobbiamo permettere il prosciugarsi dell’attuale abbondanza.
La tecnologia si fa strumento quindi di etica, cosa che, crediamo, debba avvenire in ogni contesto. È per questo che Future Food Institute ha firmato in Vaticano, la Rome Call for AI Ethics, il documento promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, già sottoscritto da grosse corporate come Microsoft e IBM, e da Istituzioni come la FAO e il Ministero per l’Innovazione del Governo Italiano.
È il braccio per evitare che NFT diventi No Food Tomorrow. È questo che l’installazione ci racconta.
La mostra è ospitata a Bologna presso il Future Food Living Lab di Piazza Verdi, ed è stata realizzata in occasione di Arte Fiera, nel pieno della Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa, riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite come un modo per “migliorare la comprensione reciproca, l’armonia e la cooperazione tra i popoli”.
Ad inaugurarla a Bologna, oltre me: Andre Guidot – Direttore Creativo di MEDIATRAMA, Fondatore di {[(etica)estetica]anestetica}, Don Andrea Ciucci – Segreteria della Pontificia Accademia per la Vita, Stefano Pisani – Sindaco di Pollica, Comunità Emblematica UNESCO della Dieta Mediterranea, Antonio Parenti – Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e Luca Ferrua – Direttore de IL GUSTO del Gruppo Gedi.
EUcarestia nutre di arte, con il monito che l’arte non basta, così come la tecnologia. Sono linguaggi e strumenti per potenziare i messaggi essenziali della vita sul Pianeta oggi a rischio. Io riparto dalla Dieta Mediterranea. EUcarestia riparte dalla Dieta Mediterranea. E siamo perfettamente in tempo per puntare tutti, e in fretta, nella direzione giusta. Quella che riporta l’animo al mediterraneo, alla sua cultura e ai suoi principi eterni.