Un maggio ricco di ispirazioni, contaminazioni e riflessioni è appena terminato.
Un mese che ha visto il nostro paese al centro di grandi incontri internazionali e momenti di confronto e coprogettazione a beneficio delle comunità locali. A Taormina un G7 a luci e ombre, molto discusso, che proprio sul clima, da cui dipende molto del nostro futuro, lancia segnali di disaccordo preoccupanti; poi invece all’Università di Siena, il Millennials Lab, che ha coinvolto venticinque giovani esperti e talentuosi provenienti da tutto il mondo che hanno discusso di accesso al cibo, di politiche agricole, di territori e di sostenibilità, provando a rispondere alla grande domanda su come possiamo rendere questo “Food System” sempre più sostenibile e sano per tutti; ed infine la venuta di Obama.
Unisco i puntini e provo and analizzare tutte le suggestioni positive che ho raccolto a Siena, ripensando alle parole dell’ex presidente.
La grandezza di Barack Obama, si sa, sta nel dire cose semplici e di buon senso, picchettandole con una retorica da pelle d’oca. Sicuramente è un oratore che buca lo schermo, anche se ormai è più corretto dire “gli” schermi”: da qualunque device lo si ascolti, lo si guardi, lo si segua, l’ex presidente degli Stati Uniti sarà capace di rubarti occhi e orecchie per tutto il tempo che vuole. Dal vivo, poi, entra in gioco un qualche non meglio definito duplicatore del fascino. Noi, sentendolo parlare a Milano, siamo rimasti folgorati.
L’8 maggio Seeds & Chips, il Summit della Food Innovation, ha ospitato come relatore Obama, che per circa un’ora ha affrontato temi profondamente politici come la scarsità del cibo, l’importanza dell’innovazione nell’agricoltura, l’importanza della lotta allo spreco alimentare e al cambiamento climatico. A “duettare” con lui, alla fiera di Rho, c’era il famoso chef Sam Kass, ideologo della campagna contro l’obesità in America, “Let’s move”, portata avanti dall’ex first lady Michelle Obama.
Anche noi del Future Food Institute eravamo a Seeds & Chips, come ogni anno, alla ricerca di contaminazioni: di idee e di progetti. Soprattutto, però, nell’edizione di quest’anno non siamo andati da soli. Un nuovo meraviglioso Agrogeneration ha preso vita a Milano animato da grandi talenti e passione. Un evento del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) patrocinato dal MIPAAF (Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) che abbiamo animato insieme a Vazapp, il primo hub rurale in Puglia pensato per accogliere i giovani che si vogliono avvicinare all’agricoltura, in questa occasione arricchito dalla preziosa collaborazione con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) sul progetto ”Hack Waste”.
“La miglior cosa che si possa fare è aiutare i ventenni a seguire il cammino della sostenibilità”
ha detto nel suo discorso Barack Obama, e noi non potremmo essere più d’accordo, anche perché è esattamente quello che abbiamo fatto organizzando ”Hack Waste”. Nove Hackathon organizzati dal Future Food Institute, questo ancora una volta su un tema di rilevanza che ci tocca molto da vicino, sullo spreco alimentare e sull’uso delle tecnologie per combatterlo. Partendo dal sapere e dalle ispirazioni di Expo, l’8 e 9 maggio, si è svolta una maratona dove 60 studenti provenienti da scuole superiori italiane, con l’aiuto dei 15 talenti del Food Innovation Program (FIP), mentor, esperti, aziende e policy makers, hanno lavorato insieme con l’obiettivo di creare modelli, soluzioni, prototipi sul tema del food waste. Per gli studenti è stata un’opportunità di teamwork di grande valore che li ha immersi in un contesto innovativo e internazionale e permesso di apprendere nuovi strumenti di co-progettazione.
“Ci serve la vostra energia e la vostra immaginazione per costruire un futuro che sia più sostenibile” – ha detto Obama – “per avere un grande impatto, dobbiamo cominciare a ridurre gli sprechi domestici. Parte di questi sprechi sono dovuti al packaging e ai materiali di conservazione ma anche alla freschezza del cibo: quando si ha cibo fresco si è meno inclini a sprecarlo. Dobbiamo sapere coniugare la convenienza del cibo veloce con la freschezza del cibo sano”.
Long Lasting Food, il progetto vincitore dell’Hackathon, si basa proprio su questo principio. I ragazzi di Long Lasting Food si propongono di diminuire la velocità di reperimento di frutta e verdura con l’utilizzo di packaging biodegradabile. Attraverso un tappo speciale che emette batteri non patogeni che aumentano la produzione di azoto nel contenitore, impedisce la formazione di muffe. Le squadre vincitrici sono state tre in totale e saranno invitate a partecipare all’edizione di Agrogeneration per il G7 dell’Agricoltura, a Bergamo, in ottobre, con l’obiettivo di confrontarsi con altre ragazze e altri ragazzi provenienti da tutto il mondo sui nuovi modelli di produzione agricola e consumo alimentare.
D’altronde ce lo ha detto pure Obama che “non possiamo permetterci di essere ‘closed-minded’, cioè di avere la mente chiusa, quando si tratta del nostro futuro e del food – tematiche che oggi come non mai vanno di pari passo – E soprattutto “non possiamo fermarci qui”.
L’appello di Obama alle giovani generazioni, ai millennials che sappiamo essere la generazione più informata, meglio istruita e più “tecnofila” della storia, è risuonato forte e chiaro. In ogni sondaggio che li riguarda, i millennials dichiarano sempre di avere una vocazione civile e globale, di voler “lasciare un segno” nel mondo e di voler contribuire al suo miglioramento. Il food, se sapranno raccogliere questo e altri appelli, è uno strumento di advocacy politica potentissimo, perché parla una lingua conosciuta in tutto il globo: quella delle gusto, della cultura, delle tradizioni e dell’amore per il bello. E’ la lingua del cooperare per un bene superiore, che ci riguarda tutti da vicino. A partire dalle piccole cose e dai piccoli gesti:
“Il cibo sano sulle nostre tavole può salvare il pianeta”.
Parola di un food hero, Barack Obama.