ACADEMIC PROGRAM FOR ENTREPRENEURSHIP BOOTCAMP MONACO –
Viaggiare per imparare nuovi modi di affrontare il mondo e i problemi che si metteranno sulla nostra strada, anche lavorativa, è ormai una prerogativa necessaria della formazione. E nel mondo ci sono alcuni esempi eccellenti, che provano ad unire capacità di imparare, con la sperimentazione nell’educazione. Come l’Academic Program for Entrepreneurship Bootcamp a Monaco organizzato da Strascheg Center for Entrepreneurship dell’Università di Scienze Applicate di Monaco.
Una settimana di brevi lezioni frontali da parte di personalità provenienti da tutto il mondo e con un forte background di esperienze nel settore come Steve Gedeon, docente in Entrepreneurship & Strategy alla Ted Rodgers School of Management all’Università di Ryerson in Canada, e Assaf Shamia Principal alla Siemens, hanno lasciato ai ragazzi molto tempo per riuscire a lavorare in autonomia attraverso due metodi di approcci innovativi come il Design Thinking e il Lean Startup.
Ed è per questo che alcuni dei fellows del Future Food Institute, giovani innovatori visionari del mondo food specializzati in diverse aree come food makers, digital fabrications, politiche del mondo food e accesso al cibo, agtech, food educational taste e innovazione sociale, hanno deciso di vivere questa esperienza.
Anche se il tema del cibo non era il focus del Bootcamp lo è presto diventato. Il primo giorno i 60 partecipanti, provenienti da diverse parti del mondo come Germania, Italia, Canada e Scozia, hanno avuto 60 secondi per identificare quello che dal loro punto di vista era il problema da dover affrontare e sono usciti vincitori quelli che al loro centro avevano il cibo.
Argomento di grande interesse, e aggregatore sociale per antonomasia, il cibo è stato affrontato in modi diversi cercando di coprire più tematiche possibili: motivazione di gruppo per avere uno stile di vita sano attraverso la creazione di un social network che sfrutti il valore sociale della comunità; educare i bambini a conoscere il mondo attraverso il cibo attraverso la creazione di un servizio che dia ai bambini ogni settimana la sfida di mangiare e cucinare insieme ai genitori un piatto proveniente da un altro paese; e la creazione di una app che consigli ai turisti una top ten dei piatti tipici della città, e in quali ristoranti si può mangiare la versione migliore dando l’occasione alle persone di risparmiare tempo da dedicare alla visita della città e di poter mangiare le vere eccellenze che un luogo può offrire.
Quasi tutte le soluzioni trovate sono state frutto di un forte lavoro di squadra: “Il team in cui sono stata coinvolta era ben bilanciato come leadership ed esperienze professionali. C’è stata immediatamente sintonia, forse perché la tematica del cibo ha permesso di fare ricerca sul campo, divertendoci e scoprendo insieme la città di Monaco. Abbiamo deciso di esplorare quali fossero le problematiche più evidenti correlate al binomio tradizione e innovazione” spiega Elisa Bedin, una delle ricercatrici del FIP Fellowship Program che ha partecipato all’evento. “lo sviluppo del progetto – continua – l’esperienza umana e l’amicizia con nuove persone sono stati i punti di forza di questa settimana e la condivisione di storie e racconti è stata favorita durante i nostri pranzi insieme. Il cibo ci ha aiutato ad esprimere al meglio le nostre capacità, sia di ricerca, che culinarie, infatti il team building è stato sicuramente uno degli elementi più importanti, e proposto in modi decisamente innovativi, come la caccia al tesoro sviluppata il primo giorno che ha visto tutti i ragazzi in giro per Monaco alla ricerca di QR code”.
Per progettare il proprio futuro, in un mondo così complesso, si ha bisogno di un punto di vista innovativo e dinamico. Il learning by doing, anche in ambito imprenditoriale, è una scelta vincente. Mette il futuro entrepreneur di fronte a delle scelte reali che esigono una prontezza che si può imparare solo sul campo.