La “due giorni”, frenetica ed entusiasmante, del Women’s Forum Italy #WFIT, ha aperto il ciclo delle Women’s Weeks in Expo (dal 20 Giugno al 10 Luglio 2015). Il progetto promosso con forte determinazione dal network di Women for Expo e Valore D, ha coinvolto autorevolissimi speakers internazionali dal mondo politico, accademico, artistico, imprenditoriale e sociale.
Women for Expo nasce come progetto di Expo Milano 2015, in collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Fondazione Mondadori, ed è una rete di donne di tutto il mondo chiamate a condividere le loro idee sui temi della sostenibilità e della nutrizione. Valore D è invece la prima associazione di imprese fondata nel 2009 con l’obiettivo di promuovere la diversità, il talento e la leadership femminile per la crescita delle aziende e del paese.
Parlare di sostenibilità e imprenditoria in ambito femminile significa riconoscere che l’empowerment delle donne è essenziale per costruire un mondo migliore in cui tutte le voci vengano rappresentate. Costruire attraverso la conoscenza e lo scambio di opinioni e dare la possibilità a tutte di accedere ai mezzi economici, finanziari e di innovazione che permettono effettivamente di apportare dei cambiamenti visibili anche a livello economico. I grandi problemi che sono affrontati anche in altre manifestazioni in corso ad Expo, legati all’alimentazione e alla sostenibilità possono essere affrontati solo facendo sistema a livello globale.
Le voci all’interno del panorama di Women’s Forum Italy sono globali: discussioni, workshop e presentazioni sul valore dell’imprenditorialità femminile che spesso non è solo profit ma ha anche una valenza sociale e improntata alla sostenibilità ambientale. Voci provenienti da piccole realtà ma anche da multinazionali come Coca Cola, Mars, Barilla, CNH Industrial, Nestlè e molti altri; appartenenti a grandi istituzioni come FAO, OCSE, OXFAM, istituzioni bancarie come Bank of America, Unicredit e dal giornalismo e la politica.
Un sapere condiviso che oggi getta le basi per costruire quella che sarà un altro pezzo di legacy per Expo 2015 e che mira a diventare una costante anche nelle prossime Esposizioni Universali: dare una voce anche all’altra metà del mondo che spesso è quella che maggiormente subisce le conseguenze negative delle disuguaglianze di genere, in particolare in ambito educativo e lavorativo, maggiormente nei Paesi in via di Sviluppo.
Vandana Shiva ha parlato di donne capaci di generare diversità: diversità di opinioni, diversità di esperienze, diversi mondi ma capaci di generare diverse prospettive e proposte in un mondo che non ha solo bisogno di soluzioni innovative ma anche di risposte fattibili e concrete.
Come accennato da Claudia Parzani Presidente di Valore D, le donne rappresentano una componente importante di un’economia basata sull’agricoltura, in particolare nell’Africa Sud-sahariana e in Asia ma spesso sono lasciate indietro o non hanno la possibilità di far sentire le loro voci. Un’alleanza tra le donne per le donne è solo il punto di partenza per dare visibilità alle singole individualità e consentire loro di portare ulteriore valore aggiunto sui grandi temi della nutrizione, della sostenibilità alimentare e dell’accesso alle risorse materiali e finanziarie.
Inclusione, concretezza e visione verso il futuro sono le parole chiave su cui si sono basati questi due giorni di conversazione. Gli esempi concreti nascono con lo sviluppo dell’imprenditoria femminile non solo per puri profitti ma anche con un fine sociale, applicabile alle realtà meno sviluppate. Un esempio quello di Kavita Shhukla che all’interno del forum di discussione sull’innovazione ha raccontato il caso di Fenugreen.
L’innovazione porta sviluppo ma è anche necessario trovare un modo efficace ed efficiente per consegnare questo sapere ai singoli utilizzatori. Valore D vuole portare avanti quel concetto di “give back” attraverso un programma di mentorship che nel prossimo futuro vedrà affiancate 200 donne manager accanto a 200 studentesse per un processo di guida e formazione.
“In molti Paesi, come in Bangladesh, le donne spesso sono dimenticate, sono lasciate da parte. A volte non possono neanche uscire di casa. Invece, hanno lo stesso potenziale in creatività di ogni essere umano, un eccezionale potenziale dentro sé. Il motivo per cui ci focalizziamo sulle donne non è perché siamo tendenziosi, ma perché abbiamo constatato quanto è importante dare loro le giuste opportunità. Abbiamo visto che dandogliele, le loro performance e i loro risultati sono migliori di quelli degli uomini” così si è espresso anche Muhammad Yunus premio Nobel per la pace 2006, ideatore e realizzatore del microcredito moderno.
Secondo Fiona Dawson le donne non devono accontentarsi di stare sedute ad un tavolo ma insistere nel far valere la propria opinione, dal globale al locale e come ribadito da L. Safer Espinoza, investire in ciò in cui credono, seguendo il proprio cuore, la propria ragione e le proprie passioni: solo così troveranno la via giusta.
Franjou non parla solo di problemi ma anche di soluzioni per i grandi interrogativi di questo secolo: sarà possibile sfamare oltre 9 miliardi di persone nel 2050 facendo fronte ad ostacoli non solo di tipo tecnologico ma anche economico e sociale? Sarà possibile costruire un mondo più equo e sostenibile? Sarà possibile reindirizzare la discussione politica su quelli che sono i veri temi di interesse per la società e la popolazione mondiale? Il contributo delle donne da questo punto di vista è assolutamente essenziale. Le donne sanno combinare esperienza e capacità e guardare avanti abbracciando più dimensioni non solo per la maggior sensibilità ma anche per la molteplicità di prospettive che si trovano ad osservare sia in ambito personale che professionale.
Women’s Forum Italy può essere l’inizio di un nuovo network, come ribadito da Emma Bonino, l’inizio di una nuova rete che permetta una maggior integrazione delle donne nella catena produttiva, in quella decisionale, un network che non è solo in grado di contribuire a un futuro migliore e sostenibile ma anche ad un cambiamento globale.