Aperta la Nuova Area Mercatale (NAM) a Bologna, eccellenza e centro nevralgico dell’agroalimentare.

Sviluppata su una superficie di 50 mila metri quadrati all’insegna della sostenibilità energetica grazie al più grande impianto fotovoltaico d’Europa, costruita con criteri antisismici, già nei prossimi giorni vedrà all’opera 16 aziende grossiste, 5 cooperative che raggruppano 290 aziende e sarà punto di riferimento per 100 imprese agricole che commercializzano direttamente, 2.000 clienti grossisti e dettaglianti; avrà al suo interno due borse merci e verranno ogni anno effettuate 100 mila analisi chimiche e microbiologiche. Questi i primi numeri della Nuova Area Mercatale (NAM) del CAAB di Bologna, destinata a trasformare la città ancora di più in un punto di riferimento per il settore agroalimentare, inaugurata lo scorso lunedì 4 aprile.CAAB - NAM - Nuova Area ercatale
Dati significativi se si pensa che questo è solo il primo passo verso FICO, il grande Parco Agroalimentare di Bologna, attraverso il quale si intendono valorizzare le eccellenze e i prodotti dell’agricoltura e dell’alimentare dell’Emilia-Romagna, anche attraverso laboratori e visite per scuole e turisti, la cui inaugurazione è prevista per la primavera-estate 2017 e ospiterà 6 milioni di visitatori. Tutti elementi che stanno contribuendo alla definizione sempre più spiccata del capoluogo dell’Emilia Romagna in vera e propria City of Food. Se il sindaco di Bologna Virginio Merola candida Bologna “a giocare un ruolo importante nel settore agroalimentare”, il presidente della Regione Stefano Bonaccini tiene a sottolinearne l’importanza:  “è stato mantenuto un impegno straordinario per un progetto strategico, perché l’agroalimentare è un punto di forza per Bologna e ci sono prospettive: basti pensare che dopo tanti anni il comparto agricolo ha segnato il massimo del valore aggiunto di tutti i comparti produttivi; e nei 55 miliardi di esportazione, l’agroalimentare è la seconda voce. Ecco perché bisogna investire”.
Accanto alle istituzioni locali, a valorizzare il progetto e la città di Bologna, le voci di due ministri presenti alla cerimonia del taglio del nastro. “FICO è un progetto nazionale, che vale la pena di portare fino in fondo, a partire da una città straordinaria come Bologna. La città sente su di sé l’onere e la responsabilità di assolvere ad una funzione nazionale“. Così Maurizio Martina ai vertici del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Il nuovo CAAB “è un caso modello che sta nella scia di Expo – prosegue – e insiste su un progetto di riorganizzazione: qui stiamo costruendo un pezzo fondamentale della strategia agricola di questo paese. Questa esperienza interessante deve diventare un laboratorio oltre i confini della città e ci sono le condizioni perché ciò̀ accada“. Con l’apertura del nuovo Caab “si raccoglie a piene mani la sfida di Expo“.
 
Presente anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, “il Caab è una grande opportunità per Bologna e connota la città all’interno di quella grande sfida che è la promozione del nostro agroalimentare”. Bologna, città pioniera nell’innovazione con particolare attenzione nel settore agricolo, deve aumentare “la consapevolezza che non è una città qualunque, e che proprio sulla sue tradizioni e sulla sua capacità di innovare può dare tantissimo” conclude invece Martina.
Un progetto innovativo non solo per le sue applicazioni, ma anche nella sua realizzazione “grazie a questo Fondo nel quale sono inclusi i progetti della Nuova Area Mercatale e di FICO Eataly World – sottolinea Andrea Segrè, numero uno di CAAB e presidente del Fondo Parchi agroalimentari italiani (PAI) – siamo riusciti a finanziare la rigenerazione di una piattaforma già esistente, sviluppando un nuovo mercato ortofrutticolo concepito con criteri di massima sostenibilità: la nuova piattaforma esprime un valore di circa 20 milioni di euro che non sono gravati sul pubblico nemmeno per un singolo euro, grazie al fundraising privato di 143 milioni di euro”.  “Credo che i mercati siano fondamentali non solo per i consumi interni ma anche per l’export – aggiunge Valentino Di Pisa, presidente di Fedagromercati nazionale questo del NAM è un investimento importantissimo che si inserisce in un contesta di valorizzazione dell’agroalimentare. Il sistema dei mercati va aiutato e promosso, non dimentichiamoci infatti i 12 miliardi di fatturato annui per i mercati italiani e gli oltre 35mila lavoratori coinvolti”.
Una scommessa quella lanciata dalla città di Bologna che sembra avere tutti gli elementi per ottenere un risultato positivo per il mercato regionale, italiano e internazionale, grazie allo sforzo di collaborazione unanime da parte di istituzioni e imprenditori.
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